Quattro malviventi armati hanno fatto irruzione nella villa del petroliere Giancarlo Miotto, 71 anni, a Mogliano Veneto, in provincia di Treviso. Hanno preso in ostaggio la moglie di 51 anni e la figlia di 7, oltre a due persone che lavorano nella villa. Scene in stile “arancia meccanica” nella villa, fino a quando l’imprenditore, sotto minaccia, è stato costretto ad aprire tutte le casseforti della sua abitazione. «O mi apri o sequestro la bambina”, avrebbero detto i malviventi alla moglie dell’imprenditore. La rapina avrebbe fruttato ai banditi un bottino che si aggira attorno al milione di euro. I quattro banditi hanno minacciato i malcapitati con due pistole e hanno portato via denaro, preziosi, oro e orologi di pregio che erano custoditi nella cassaforte al piano superiore e in quelle quella del caveau al piano terra
Le indagini sono affidate ai carabinieri di Treviso che hanno acquisito i filmati delle telecamere di videosorveglianza presenti all’interno della villa. Miotto ha raccontato: «Hanno preso mia moglie, con forza e violenza. Nel frattempo due sono corsi dove si trovavano la bambina con la tata e le hanno spostate nell’ingresso. Lì c’ero io, sul divano della saletta della televisione». Poi, visibilmente scosso, ha continuato aggiungendo: «Hanno minacciato a morte anche la bambina se non dicevamo tutto. Volevano la luna nel pozzo, temevano che nascondessimo qualcosa. Alla piccola che mi chiedeva perché minacciavano la mamma, uno dei banditi l’avrebbe addirittura minacciata dicendo: “stai zitta sennò ti sistemo io”». L’imprenditore ha anche riferito che secondo una delle sue domestiche «erano albanesi perché parlavano tra loro così. Parlavano in un italiano con un accento dell’Est.
Già nel 2015 a villa Miotto c’erano stati rapinatori, ma allora il bottino fu molto modesto: solo qualche e migliaio di euro. In quella occasione la moglie riuscì a mettere in fuga i malviventi attivando il sistema d’allarme. L’imprenditore è stato per molti anni alla guida della Miotto Generale Petroli, società specializzata nell’intermediazione di prodotti petroliferi. È finita in liquidazione nel 2017 a causa di almeno 50 milioni di euro di debiti. Negli anni d’oro, l’azienda era stata fornitrice anche dell’America’s Cup.