La Guardia di Finanza di Palermo ha individuato 4 soggetti risultati illecitamente percettori del Reddito di Cittadinanza. Si tratta di persone residenti a Prizzi (PA), Godrano (PA), Roccamena (PA) e Palermo.
In particolare, le Fiamme Gialle hanno accertato che uno dei soggetti controllati, al momento della presentazione dell’istanza, aveva omesso di comunicare i redditi percepiti dal figlio allora convivente nonché l’esatto valore di alcuni cespiti di proprietà; inoltre, a seguito di variazione di domicilio del figlio, ha omesso di comunicare la variazione del proprio nucleo familiare che avrebbe determinato un I.S.E.E. (Indicatore di Situazione Economica Equivalente) più alto.
Un secondo soggetto, invece, aveva omesso di dichiarare che uno dei componenti del proprio nucleo familiare risiedeva stabilmente, su disposizione del Tribunale per i Minorenni, presso una comunità alloggio con retta a totale carico dell’Assessorato Regionale della Famiglia e delle Politiche sociali;
Un altro soggetto, di nazionalità ivoriana non aveva il requisito della residenza in Italia da almeno 10 anni, di cui gli ultimi due consecutivi. E da ulteriori accertamenti è risultato che, unitamente al figlio minore, risiede in maniera continuativa presso un Centro per rifugiati e richiedenti asilo a totale carico dello Stato;
Infine ad un altro soggetto le Fiamme Gialle hanno contestato l’omessa comunicazione della variazione reddituale di un componente del nucleo familiare; infatti il coniuge, durante un controllo su strada, è risultato svolgere un’attività di lavoro dipendente “in nero”.
I finanzieri hanno proceduto a segnalare i primi tre soggetti alla Procura della Repubblica di Termini Imerese. Comunicato gli indebiti percettori agli uffici I.N.P.S. competenti territorialmente per l’irrogazione delle sanzioni amministrative di revoca del beneficio e per il recupero coattivo delle somme già indebitamente percepite. Si tratta complessivamente di circa € 21 mila.
Segnalato all’INPS competente territorialmente il quarto soggetto, per disporre l’immediata decadenza ed il recupero del beneficio indebitamente percepito ammontante complessivamente a oltre €. 3.500.