Reddito di cittadinanza, lettera di un percettore: “Perché non rendermi utile per la mia città?”

Lo sfogo di un lettore in merito alla questione dei PUC

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Riceviamo e pubblichiamo la lettera di un lettore di Palermo Live, che torna su una questione di cui ci siamo più volte occupati. Si tratta dei PUC, Progetti Utili alla Collettività, già attivati in altri comuni, ma non nel capoluogo. Questi prevedono che i beneficiari del Reddito di cittadinanza siano al lavoro nel comune di residenza per un minimo di 8 ore settimanali, che possono arrivare fino a 16.

A chiedere attraverso diverse manifestazioni l’attivazione di tali progetti nel capoluogo è lassociazione “Basta Volerlo”, di cui il nostro lettore fa parte. Di seguito le sue riflessioni.

Reddito di cittadinanza, la lettera di un percettore

“Da circa 3 anni percepisco un sussidio dallo Stato chiamato “reddito di cittadinanza”. Grazie ad esso riesco a non fare mancare il minimo indispensabile alla mia famiglia e ai miei piccoli, riesco a dare loro un tetto dove poter dormire. La mia domanda è questa: perché devo stare a casa e non rendermi utile per la mia città? Città dove noto tutti i giorni vari settori di ambito comunale o regionale delle mancanze di manovalanza: cura giardini, scuole, spazzamento e varie mansioni presso uffici. Grazie alla possibilità dell’inserimento degli attuali 212.544 percettori di rdc a Palermo si potrebbe arrivare ad un’efficienza e ad un servizio per la nostra comunità da poter fare invidia alle grandi metropoli”.

“Tengo a precisare che tutto questo sarebbe a costo zero, visto che già ognuno di noi percepisce il sussidio che allo Stato costa annualmente in media €. 42.480. In tutto questo, dal primo giorno che è stato attivato tale sussidio la legge prevedeva l’attivazione dei cosiddetti P.U.C. (Progetti Utili alla Collettività), per cui ad oggi, a distanza di circa tre anni, qui a Palermo, l’amministrazione comunale tende ad essere sorda senza alcun interesse per far sì che vengano attivati costringendoci a rimanere a casa. L’unica mia riflessione è solo vergogna”.

Emilio

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