Reddito di cittadinanza va verso l’abolizione. È quanto prevede la Manovra approvata dal Consiglio dei ministri, che contempla anche un periodo transitorio, nel 2023, con maggiori controlli per chi lo percepisce e per chi riceve offerte di lavoro.
Il reddito di cittadinanza “sarà abrogato l’1 gennaio 2024 e sarà sostituito da una nuova riforma”, recita il testo della Manovra. “Previsto un risparmio di 734 milioni per il 2023. I risparmi di spesa finanzieranno un apposito fondo che finanzierà la riforma complessiva per il sostegno alla povertà e all’inclusione”.
Si avvia quindi la “manutenzione straordinaria” del sussidio. Il Mef spiega infatti che dall’1 gennaio 2023, alle persone tra 18 e 59 anni, abili al lavoro ma che non abbiano nel nucleo disabili, minori o persone a carico con almeno 60 anni d’età, il rdc è riconosciuto con un limite massimo di otto mensilità invece delle attuali 18 rinnovabili.
Previsto anche un periodo di almeno sei mesi di partecipazione a un corso di formazione o riqualificazione professionale. In mancanza, il beneficio del reddito verrà meno. Il reddito decade anche nel caso in cui si rifiuti la prima offerta congrua.
Sono infine previste delle agevolazioni alle assunzioni a tempo indeterminato con una soglia di contributi fino a 6 mila euro per chi ha già un contratto a tempo determinato e, in particolare, per le donne under 36 e per i percettori del reddito di cittadinanza.