Con l’abolizione del Reddito di cittadinanza, circa 160-170mila famiglie (sulle 896mila che fino allo scorso 1 agosto ne hanno beneficiato) si troveranno a doverne fare a meno. Il numero chiaramente crescerà ulteriormente entro la fine dell’anno, fino ad arrivare ad un totale di 250mila famiglie circa. In Sicilia, nello specifico, lo stop alla misura interessa 39mila famiglie: 11mila si trovano a Palermo.
Proprio nel capoluogo siciliano venerdì scorso i percettori del reddito di cittadinanza hanno manifestato davanti all’Ufficio Servizi Sociali di Palermo, in via Garibaldi 26. “Non è vero che siamo fannulloni, vogliamo solo un lavoro”, hanno ribadito i manifestanti.
Palermo è tra le città più interessate dall’abolizione del reddito di cittadinanza dato l’alto numero di percettori. Sulla questione è intervenuto il sindaco Lagalla: “Certamente c’è una preoccupazione oggettiva che è quella che possa venire meno una fonte di guadagno che in alcuni casi è anche unica”, ha dichiarato il primo cittadino. “Ci saranno delle frange che dovranno cambiare abitudini e riferimenti. Per questo motivo abbiamo disposto che Centro per l’Impiego e Comune insieme alle istituzioni regionali operino insieme in modo da prendere in carico quei cittadini che si ritrova in difficoltà. Occorre prepararsi alla vicenda, senza indurre allarmismi oltre a quelli che di fatto di per sé importante già comporta”.
Sulle possibili numerose richieste Lagalla ha precisato: “Io mi chiedo se si tratta di masse di richieste o si tratta di persone appartenenti a contingenti ben chiari e quindi che con un modello organizzativo che si può mettere in campo possono essere raggiunti. Se partiamo sempre dalle difficoltà irremovibili e ci piangiamo vittime di queste credo che non si riuscirà mai a far nulla. C’è una decisione del governo nazional che intima una determinata situazione, bisogna affrontare questa realtà sollecitando le misure necessarie al governo per soddisfare questi cittadini che legittimano delle preoccupazioni comprensibili”.
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