Il reddito di cittadinanza è salvo, almeno sino a dicembre. Il Consiglio dei ministri ha infatti rifanziato la misura con 200 milioni per arrivare alla fine dell’anno 2021. Ma sul reddito di cittadinanza 2022 c’è una grande incognita. All’interno della maggioranza è scontro sul futuro del sussidio. Mario Draghi sta infatti studiando nuove modifiche da portare alla prossima legge di Bilancio, che martedì sarà in discussione in Cdm.
Nel decreto fiscale il governo trova per ora altri 200 milioni di euro per il Reddito di Cittadinanza. Ma la tensione registrata tra i ministri, soprattutto della Lega e dei 5 Stelle, fa pensare che per l’anno prossimo ci saranno modifiche. Dunque già nella prossima Legge di Bilancio. e quindi in manovra, potrebbero essere apportate modifiche sulle politiche attive.
Già nel Cdm che ha approvato il decreto fiscale si consuma uno scontro tra ministri. Il dibattito è incentrato in particolare sulla necessità – condivisa dal premier – di rivedere le politiche attive. Anche perché, avrebbe ricordato il capodelegazione M5S Stefano Patuanelli, senza il reddito durante la pandemia «sarebbe esplosa la tensione sociale». Ma a riunione finita i leghisti puntano il dito contro il rifinanziamento che avviene, a loro dire, «levando risorse» ad altre misure (Reddito di emergenza, Ape social, congedi parentali).
Una scelta che in Cdm Giorgetti definisce «beffarda», perché si sottraggono soldi a «chi ha lavorato duramente per una misura simile», per poi dire che è “inaccettabile», chiedendo che si cambino le coperture. Posizioni criticate da Pd e M5s.
Tutti i partiti concordano che le politiche attive vadano ripensate ma sulla ricetta si è ancora lontani dal trovare un’intesa. Tra chi preme per ridimensionare lo strumento – Lega e Fi, ma anche Italia Viva – e chi anzi lo vorrebbe potenziare.
Una cosa è certa: il reddito di cittadinanza cambierà. Ma come? Ci saranno nuovi requisiti? Come riportano Repubblica.it e Money.it, il primo cambiamento potrebbe riguardare proprio i requisiti. Questi ultimi potrebbero diventare più stringenti. Dunque dovrebbe essere più difficile averlo.
Altra novità potrebbe riguardare i controlli. Si dovrà trovare uno strumento alternativo a quelli a campione attualmente svolti.
Un cambiamento ormai certo riguarderà le politiche attive del lavoro. In tal senso, tra le ipotesi ci sarebbe quella di ridurre l’importo dell’assegno nel tempo così da stimolare la ricerca del lavoro. Altra cosa è migliorare i centri per l’impiego e il ruolo dei navigator.