Reddito di povertà in Sicilia, i lavori socialmente utili non sono obbligatori

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Allarme povertà - fonte pexels - palermolive.it

Nella Finanziaria approvata dall’Ars sabato c’è anche una norma che modifica i criteri per chi potrà ricevere il Reddito di povertà. Per chi riceverà i fondi non sarà più obbligatorio svolgere lavori socialmente utili: il contributo si potrà anche restare disoccupati e a casa. Fino ad un mese fa, all’articolo 28 della legge 28/2024, era stato scritto precisamente che “i beneficiari del Reddito di povertà saranno destinati ad attività socialmente utili”; adesso, con la norma approvata sabato mattina l’obbligo diventa una facoltà: infatti le parole “saranno destinati” sono sostituite con “potranno essere destinati”.

Dal governo regionale è stata presa questa decisione di rendere “facoltativa” la scelta di destinare i beneficiari ad i lavori socialmente utili per evitare di creare un nuovo bacino di precariato. “Questa decisione della Regione Siciliana è un chiaro segno che non si vuole far lavorare i cittadini”, afferma il presidente dell’Associazione La Sicilia per i siciliani Toni Guarino. “A fine gennaio torneremo a protestare davanti Palazzo d’Orleans, faremo lo sciopero della fame e dormiremo lì fino a quando non otterremo un lavoro dignitoso per tutti i percettori Adi e Sfl. Se durante lo sciopero qualche cittadino si sentirà male la responsabilità sarà della Regione Siciliana, lo faremo mettere per iscritto dai nostri avvocati. I cittadini siciliani sono stanchi di subire.

Reddito di povertà, i requisiti

Il requisito principale, oltre alla residenza, è quello reddituale: occorre avere un Isee, relativo al 2023, inferiore a 5mila euro. Verrà stilata una graduatoria in base al punteggio assegnato alla famiglia richiedente e il contributo economico sarà erogato secondo le seguenti fasce:

  • 5.000 euro euro oltre i 30 punti;
  • 3.500 euro fino a 30 punti;
  • 2.500 euro fino a 20 punti.

Per quanto riguarda i criteri di reddito, il punteggio massimo (10 punti) sarà dato a chi ha un Isee tra 0 e 1.500 euro; fino 3.500 euro verranno assegnati 8 punti, mentre 6 a chi ha un Isee fino a 5.000 euro. Altri punti verranno erogati in base alla situazione familiare: 1 punto per ogni componente fino a un massimo di 9 punti per famiglie oltre gli 8 componenti. Due punti aggiuntivi saranno dati per ogni figlio minorenne. Vivere in affitto varrà altri 5 punti, mentre 8 punti andranno a chi vive una condizione di disagio sociale come essere ragazza madre, donna vittima di violenza o vedova con figli. A parità di punteggio sarà preferito il nucleo familiare con più figli minori, nel caso di ulteriore parità sarà preferito il nucleo familiare con disagio sociale.