Chi rifiuta l’offerta di lavoro vedrà sospeso il reddito di cittadinanza. L’annuncio della ministra del lavoro Calderone per gennaio è stato anticipato da un emendamento alla legge di bilancio che toglie il vincolo della congruità quale requisito per un’offerta di lavoro da sottoporre ai beneficiari del sussidio.
Per l’ex premier Giuseppe Conte, capo dei 5 Stelle a cui si collega la paternità del sussidio, si tratta di pura follia. E lo ha ribadito all’assemblea nazionale Coldiretti:
“Hanno fatto saltare il concetto di congruità, fondamentale per tutelare la dignità del lavoro e degli studi. Dire che i più indigenti devono accettare qualsiasi proposta significa distruggere l’ascensore sociale, riguarda tutti e siamo alla follia pura. Inoltre in Italia coloro che non hanno completato il percorso scolastico non potranno prendere il reddito per punizione almeno finché non avranno completato il ciclo scolastico. Negli altri paesi invece i medesimi soggetti vengono finanziati proprio per completare gli studi.
“Dire che le persone più indigenti devono accettare qualsiasi proposta di lavoro, in qualsiasi parte d’Italia, significa distruggere il tessuto sociale. Riguarda tutti, anche l’ingegnere che deve andare a al fare il lavapiatti da tutt’altra parte Italia” chiosa Conte.
Se il testo del governo prevedeva già un restringimento del beneficio a 8 mesi, le mensilità del 2023 scenderanno a 7 e – in base ai nuovi emendamenti presentati a firma del gruppo Noi Moderati del ministro Lupi e approvati nella notte in commissione – da gennaio il reddito di cittadinanza sarà sospeso ai beneficiari che rifiuteranno una offerta di lavoro, anche se ritenuta non congrua in base ai criteri che erano stati stabiliti dalla norma che ha introdotto il reddito di cittadinanza.
Dal 1 gennaio 2023 l’erogazione del reddito di cittadinanza sarà condizionata: