Reddito di cittadinanza: stop a chi ha meno di 60 anni e può lavorare

«Chi non può lavorare va tutelato anche di più di oggi. E chi può lavorare va incentivato. Per questo ridurremo la platea dei percettori del reddito di cittadinanza»

reddito di cittadinanza

È In arrivo la riforma del Reddito di cittadinanza. Sarà una riforma radicale, che riguarderà i cittadini “occupabili”, cioè coloro che possono lavorare. Vengono invece  lasciati fuori i fragili, le persone con disabilità o gli over 60 anni che non possono lavorare. Il Reddito di cittadinanza diventerà uno strumento di contrasto alla povertà, e l’obbiettivo è quello di toglierlo a chi è in grado di lavorare, ma prevedendo, contemporaneamente, misure di formazione e di inserimento nel mondo del lavoro. Per le persone in grado di lavorare si intendono i cittadini dai 18 ai 59 anni di età, e secondo l’ultimo rapporto Anpal datato 30 giugno 2022, rappresentano il 40% dei beneficiari attuali.

Ecco cosa ha detto il sottosegretario Fazzolari, ospite di “Porta a porta”

Il sottosegretario alla presidenza del Consiglio Giovanbattista Fazzolari, ospite della trasmissione Porta a Porta ha spiegato: «Chi ha tra i 18 e i 59 anni, senza minori a carico, ed è in grado di lavorare perderà l’assegno legato al reddito di cittadinanza. Anche se non immediatamente. Invece lo manterranno gli invalidi, chi è in difficoltàe e chi ha minori a carico senza avere adeguati mezzi di sostentamento”,

«Chi non può lavorare non può essere trattato come chi può»

L’esponente di Fratelli d’Italia ha anche messo in chiaro che il taglio dell’assegno non sarà comunque immediato: «Ovviamente non sarà fatto immediatamente. Prima della riforma della Naspi l’assegno di disoccupazione era di 6 mesi, questo può essere un tempo congruo», ha detto. E poi, per rendere più chiaro il concetto che sta ispirando il governo, ha ribatito: «Chi non può lavorare non può essere trattato come chi può. Chi non può lavorare va tutelato anche di più di oggi. Chi può lavorare va incentivato. Per questo ridurremo la platea dei percettori del reddito di cittadinanza».