Si parla con insistenza della detassazione della tredicesima al 15%, che sarebbe un bel regalo natalizio per milioni di dipendenti. Come ha ribadito al Corriere della Sera Maurizio Leo, il vice ministro all’Economia e alle Finanze, in via XX Settembre si sta studiando per ridurre le imposte sulla mensilità aggiuntiva natalizia.
Dopo il taglio del cuneo fiscale per i lavoratori con retribuzione fino a 35mila euro lordi, intervenire pure sulle tredicesime consentirebbe di compiere una poderosa iniezione di fiducia nelle tasche degli italiani. E servirebbe per iniettare quattrini nell’economia nazionale e far da ricostituente al Pil. Il giuslavorista Enzo De Fusco ha calcolato che il costo della manovre sarebbe da 1,8 a 3 miliardi, ed ha fatto notare che «tradotto in soldoni rappresenterebbe un regalo in busta dai 70 ai 420 euro, a seconda del reddito lordo».
De Fusco, scendendo in dettaglio, ha precisato: «Se un lavoratore guadagna 20mila euro lordi, nell’ipotesi di tassazione al 15% potrebbe contare su un ulteriore “bonus” di 70 euro». In caso di un reddito sotto i 28mila euro l’integrazione lieviterebbe a 120 euro che arriverà a 200 euro per chi viaggia intorno ai 35mila euro. Il governo potrebbe trovare pure i quattrini per i rediti alti, quelli esclusi da tutti i provvedimenti precedenti. E chi ha un reddito lordo di 50mila euro ─ ha spiegato il giuslavorista ─ potrebbe contare su una integrazione di 420 euro».
De Fusco è convinto che «il progetto del viceministro Leo sia concretamente realizzabile». Tanto più che per il governo l’eventuale detassazione della tredicesima rappresenterebbe una «scelta strategica anche da un punto di vista della crescita dei consumi». E spiega: «Credo che la tredicesima possa essere assimilata a un “reddito aggiuntivo” e quindi trattato con l’aliquota agevolata del 15%».