Il regista palermitano Alessandro Ienzi in residenza creativa alla Fondazione “Boghossian” di Bruxelles, tra le massime strutture mondiali nei settori della produzione e della distribuzione artistica.
Un bel riconoscimento per il drammaturgo, che da tempo ha avviato un’elaborazione critica sul teatro.
Un aspetto peculiare della sua attività che gli è valso l’ammissione, in qualità di ospite, a Villa Empain, sede della Fondazione, dove rimarrà fino ad aprile.
Fondatore e direttore di “Raizes Teatro“, straordinario luogo di promozione internazionale attraverso le arti, Alessandro Ienzi possiede un curriculum autorevole e sorprendente, anche in relazione alla sua giovane età.
Ma, soprattutto, è uno dei pochi artisti contemporanei a dedicarsi ancora alla ricerca, per individuare il percorso del teatro non come punto di arrivo ma come base di partenza per sollecitare stimoli e riflessioni.
Le note caratterizzanti del suo teatro sono i pochi intermezzi, i molti spettacoli investiti dall’intelligenza del testo e l’equilibrio necessario dei fattori della resa in scena: spazio, movimento, gesti, logica generale e del dialogo, espressione della voce, bellezza severa dei testi.
Dopo aver presentato l’esibizione a Bruxelles, il regista e drammaturgo tornerà a Palermo, dove a maggio sono in programma la performance live e l’esibizione video di “Like a Criminal”.
“Like a Criminal” è il titolo del progetto che l’artista palermitano si appresta a sviluppare.
Concepito lo scorso anno, già in esposizione alla “EVAC Gallery” di New York e rappresentato nell’ambito di “Malta Democracy Action Week”, tratta della criminalizzazione delle vittime.
Nello specifico, di cittadini che appartengono alle fasce deboli della società e che spesso sono costretti a fuggire, o soggetti esposti al rischio di una triste marginalizzazione sociale.
Alessandro Ienzi torna dunque a occuparsi del mondo degli ultimi, oggetto privilegiato del suo lavoro.
Nei due mesi di residenza, trasformerà storie di vita reale in una installazione video, in un’esibizione virtuale e in uno spettacolo teatrale.
Testimonianze che arrivano da Palestina, Libano, Armenia e Siria, ma anche dall’Italia.
“Ci sono uno straordinario movimento di vita e una grande energia – spiega il regista e drammaturgo – che provengono dai Paesi mediorientali: un insieme di storie coraggiose che raccontano cambiamento, curiosità e costruzione”.
“Ho deciso di dargli spazio – racconta – e di cucire un lavoro su misura, partendo dalle testimonianze delle persone, per creare un percorso intorno al Mediterraneo, una narrazione immersiva che conduce a esplorare la radice umana”.
L’arte, uno strumento capace di modificare le prospettive e la realtà circostante, rendendole migliori e ricche di potenziali opportunità per tutti.
L’attività della Fondazione “Boghossian” che ospita Alessandro Ienzi, ruota attorno a una visione filantropica precisa, da cui traggono le mosse i progetti solidali promossi in Libano e Armenia.
Ad accendere l’interesse nei confronti dell’artista, nello specifico, è stata la sua capacità di esaltare “un’ipotesi di teatro come missione, dunque come impegno totalizzante del talento ma anche come sguardo vigile sulla società”.
In una simile ottica, la vita e l’uomo si riappropriano della loro centralità e il palcoscenico diviene specchio della realtà e fulcro del mondo, immagine non consolatoria della sua complessità.
Un’opera, quella della Fondazione, che lo stesso Alessandro Ienzi definisce “straordinaria”.
“Accoglie artisti – sottolinea – apre le frontiere e collega il centro dell’Europa con i Paesi terzi e confinanti, creando attraverso l’arte un percorso di conoscenza e miglioramento degli standard di democrazia e diritto“.
Esistono, ovviamente, assonanze importanti con l’azione di “Raizes Teatro”.
“Operiamo nello stesso solco – spiega – e miriamo a migliorare la partecipazione democratica attraverso le arti”.
Su questo punto, infatti, si fondano le collaborazioni con “Global Campus” e “European Youth Foundation”.
All’orizzonte, e con le stesse finalità, c’è il lavoro con l’organizzazione non governativa “Breaking Walls”, con sede a Manhattan.
“Svilupperemo dei programmi a Palermo e nella Grande Mela – conclude Alessandro Ienzi – partendo da Bruxelles, e dalla narrazione delle storie”.