Con Restart le bellezze di Palermo battono il Covid: 15mila visitatori in due mesi
Per la maggior parte si tratta di italiani, il 4,2 giunge dalla Francia, il 2,5 dalla Gran Bretagna e l’1,2 dagli States
Quando i protagonisti da ammirare rispondono ai nomi di Teatro Massimo, Cupola di Santa Caterina, Palazzo Mirto e Palazzo Abatellis, vincere qualsivoglia paura è possibile. Perfino quello da Covid. Parlano i numeri: in 15 mila, durante il festival Restart, durante questa estate hanno affollato i monumenti della città di Palermo, per una ripartenza da lockdown davvero eccezionale. Il tutto ha avuto inizio in una città ancora intimidita dal virus, ma via via, nei nove fine settimana da luglio ad agosto, il boom è stato sotto l’occhio di tutti. “A Palermo la collaborazione con RestArt è stata importante perché ha consentito di mettere a rete la realtà economica del territorio sostenendo alberghi, ristoratori, commercianti con un’offerta culturale attraente. Il gradimento dell’iniziativa, convalidato dalle presenze registrate durante le aperture notturne, rafforza la convinzione che è giunto il tempo di rimodulare la proposta culturale della Regione sulle aspettative di un visitatore sempre più curioso, esigente e desideroso di sfruttare al massimo le opportunità del territorio, coniugando arte, natura e tradizioni in una proposta che integra e completa l’offerta turistica regionale”. A parlare è Alberto Samonà, assessore regionale dei Beni culturali.
UN’INIZIATIVA DA RIPETERE
Gli fa eco Bernardo Tortorici di Raffadali, a capo degli Amici dei Musei siciliani che hanno organizzato RestArt: “Siamo particolarmente felici del successo dell’iniziativa, nel suo genere unica in Italia, non tanto per i numeri che i protocolli limitavano, ma per la sinergia tra tutte le istituzioni, il mondo delle guide e dei ristoratori, che si sono volute unire a noi per dare alla città un segnale forte di ripartenza. RestArt, che è cresciuta di settimana in settimana, si è alimentata anche con l’aumento dei turisti che hanno dimostrato di gradire un’iniziativa che si potrebbe porre come una nuova offerta culturale della città; così come può rappresentare un modello di sviluppo innovativo la tecnologia di Digitrend, realizzata partendo dalle necessità imposte dai protocolli”.
TURISMO DI PROSSIMITA‘
Ad affollare i siti i cosiddetti visitatori di prossimità: siciliani in maggioranza e comuqnue quasi tutti italiani; nonoistante tutto qualche turista si è visto, come raccontano i numeri di RestArt che, se esaminati con attenzione offrono una chiave di lettura su questo strano periodo. Su 15 mila visitatori, come detto la stragrande maggioranza italiani, il 4,2% arriva dalla Francia, il 2,5% dal Regno Unito e l’1,2% dagli Stati Uniti. Seguono come Paesi di provenienza, Germania, Svizzera, Spagna, Olanda e Belgio. Quindi la predominanza è degli europei e un timido ritorno degli States; completamente assenti i paesi orientali, la Russia e il Sudamerica.
Diversificata la proposta culturale di Restart, che ha visti alcuni siti puntare sulla ulla bellezza degli spazi, altri sulle collezioni che di notte acquistavano una luce diversa, altri ancora hanno organizzato manifestazioni inusuali – le proiezioni di cortometraggi degli anni Venti all’oratorio di San Mercurio, le letture dei documenti storici all’Archivio Comunale, le due mostre, “Pandemia” all’oratorio di San Lorenzo e la personale di Nicola Pucci prorogata dopo il lockdown a Villa Zito – per attirare il pubblico. Visitare in notturna il Teatro Massimo o l’Orto Botanico o San Giovanni degli Eremiti, entrare di notte alla Chiesa della Catena o alla Gancia: la gente si è riappropriata dei luoghi o, in certi casi, li ha proprio riscoperti. Lo Spasimo è stato poi il vero protagonista con il recupero totale del famoso altare del Gagini: smontato e disperso da secoli, oggi rimontato in una cappella, diventa l’ospite della copia rimaterializzata da Factum Arte della famosa tela di Raffaello, esposta al Prado, ma concepita per questo luogo.
ORLANDO:”PROVA DI CORAGGIO DEGLI ORGANIZZATORI”
“RestArt si è presentata sin da subito come un’iniziativa innovativa, ma è stato il successo soprattutto in termini di partecipazione collettiva, ad aver meravigliato. E questo pur in tempo di pandemia. Ma è stata anche un simbolo del coraggio e della autostima dimostrata dagli operatori culturali e turistici di Palermo senza contare che RestArt ci ha confermato, ancora una volta sebbene non ce ne fosse alcun bisogno, la straordinaria bellezza della nostra città”.
I SITI PROTAGONISTI DI RESTART