Restaurato il casolare dove Peppino Impastato fu ucciso, Schifani: “Contro la mafia senza se e senza ma”

Si è tenuta oggi l’inaugurazione del casolare in cui il 9 maggio del 1978 venne assassinato il militante di democrazia proletaria Peppino Impastato. L’immobile è stato restaurato col proposito di farne un luogo che possa ospitare dibattiti, concentri e mostra fotografiche. “Faremo rivivere qui la memoria di Peppino”, ha detto al termine della cerimonia di inaugurazione il fratello Giovanni Impastato che con la sua associazione Casa Memoria Felicia e Peppino Impastato ha chiesto l’assegnazione dell’immobile in comodato d’uso alla Regione.

“Qui i compagni di Peppino trovarono le tracce del suo brutale assassinio – ha spiegato -. Allora eravamo completamente soli. E fummo noi a recuperare i resti di mio fratello sparsi nella zona dopo che il suo corpo fu fatto esplodere”. Impastato da anni porta avanti una opera di educazione alla legalità nelle scuole parlando dell’antimafia e dell’impegno del fratello.

Peppino Impastato, restaurato il casolare in cui fu ucciso

“Il restauro del casolare in cui è stato ucciso Peppino Impastato, che ha coinvolto la Regione, attraverso la Sovrintendenza ai beni culturali, è linea con il nostro impegno contro la mafia. Noi siamo contro la criminalità organizzata senza se e senza ma”. Così ha dichiarato il presidente della Regione Renato Schifani che ha preso parte all’inaugurazione. “Dopo le stragi del 92 – ha aggiunto – la popolazione ha reagito e da Palermo è partito un movimento civile di riscatto contro la mafia. La Sicilia ha pagato un prezzo altissimo ma dal sangue delle vittime è nata una rivoluzione culturale che ha coinvolto tutta la società”.

Schifani ha ribadito l’importanza dell’educazione alla legalità nelle scuole. All’inaugurazione hanno partecipato diversi studenti. “L’impegno della Regione è a tutto campo. Noi vigileremo anche sui comuni e sull’azione delle amministrazioni”, ha aggiunto.

Foto da Facebook Renato Schifani

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