Restauro per la Candelora dei Calzolai, emblema della devozione acese e tesoro siciliano
Il prezioso manufatto portato in processione in onore di Santa Venera, patrona di Acireale, tornerà a nuova vita grazie all’intervento della Soprintendenza dei Beni Culturali di Catania, su impulso dell’assessorato regionale all’Identità siciliana
Un contributo di quindicimila euro per consentire alla Candelora dei Calzolai della Chiesa di Santa Venera ad Acireale, in provincia di Catania, di tornare all’originario fulgore.
L’intervento porta la firma dell’assessorato regionale ai Beni culturali e all’Identità siciliana, guidato da Alberto Samonà.
Custodita dalla Deputazione della Real Cappella e portata in processione durante la festa della Santa – decapitata il 26 luglio del 143 nella Gallia Cisalpina a causa del rifiuto di abbracciare la religione romana dopo una vita trascorsa a servizio dei più poveri e all’insegna di un intenso apostolato – l’opera risale al XVIII secolo ed è considerata un piccolo ma significativo capolavoro di devozione popolare.
Il restauro, in realtà, non è solo legato alla volontà di recuperare un’opera d’arte mobile di particolare pregio, ma anche all’esigenza di tutelare la collettività: il manufatto, infatti, versa in condizioni di deterioramento sia sotto il profilo decorativo e pittorico che della sicurezza strutturale, un elemento che mette a rischio lincolumità dei fedeli durante la processione in onore della Santa Patrona, solennemente festeggiata il 26 luglio, secondo un antico protocollo per molti versi simile a quello della festa di Sant’Agata, a Catania.
Il simulacro di Santa Venera è ricoperto da ex voto, notevoli testimonianze di religiosità e arte popolare, con il Vangelo in una mano e il crocefisso nell’altra: alla base, è presente una spada, omaggio della città di Catania ad Acireale per suggellare la pace dopo tanti conflitti e rivalità.
La statua della martire acese viene portata in processione per due giorni sul fercolo argenteo, realizzato nel 1659; i devoti, rigorosamente vestiti di bianco, lo trainano per le vie accompagnato da cinque candelore artistiche – una di esse è quella che si appresta ad essere restaurata – che rappresentano varie corporazioni: oltre ai calzolai, panettieri, pescivendoli, muratori e artigiani, che ondeggiano e danzano rtimicamente durante il corteo.
Ogni candelora appartiene dunque solitamente a una specifica categoria che, durante il corso dell’anno, se ne prende cura: spesso sono i quartieri e le associazioni a occuparsi della manutenzione, dell’adornamento e della stessa sfilata.
Uscita ed entrata del fercolo in Chiesa si svolgono velocemente, tra la folla in pieno fervore religioso; la serata è animata dai giochi pirotecnici che illuminano la piazza Duomo del Comune etneo.
“Il restauro della Candelora di Acireale- spiega Alberto Samonà – è stato predisposto dalla Soprintendenza dei Beni culturali di Catania su impulso dell’assessorato e si inserisce nell’ambito degli interventi di tutela e conservazione delle opere d’arte mobili di particolare pregio”.
“La Candelora – spiega l’assessore – è un elemento devozionale nel quale la comunità di Acireale si riconosce da oltre due secoli: non è soltanto un oggetto d’arte ma un elemento fortemente identitario per i cittadini acesi“.
Il pregevole manufatto rappresenta per tutti i siciliani una testimonianza di grande valore in termini di devozione popolare, ed è proprio attraverso interventi di restauro e conservazione che la Regione Siciliana contribuisce a presevare il patrimonio di riti e tradizioni legati al culto dei Santi, che spesso rappresenta un momento di coesione territoriale per le varie comunità che si riconoscono anche negli oggetti e nell’iconografia.
Nello specifico, i cerei o candelore sono opere d’arte in legno di varie dimensioni e altezze, molto diffuse nella provincia di Catania: in genere, esse vengono elargite dalla cittadinanza in segno di devozione e piena adesione al culto dei Santi patroni.