Restauro Palazzo delle Aquile: “Che non sia ennesimo proclama”
Giulia Argiroffi, Consigliere comunale Componente 2^ commissione:”C’è il rischio che l’incapacità di gestione e di difesa di denari e beni comunali venga incarnata da questo progetto”
Stando alle parole di Orlando, proferite qualche giorno fa in piazza Pretoria proprio davanti l’ingresso di Palazzo delle Aquile, “i palermitani possono strare tranquilli. Non si verificherà un altro caso Teatro Massimo. I lavori di restauro dello storico edificio, simbolo del potere politico del capoluogo siciliano, una volta avviati saranno portati a termine.” Ma non tutti sembrano pensarla allo stesso modo. Memori delle tante incompiute, così come degli innumerevoli rendering rimasti tali, che hanno caratterizzato la storia edilizia di Palermo, sono per i primi gli stessi abitanti a dar fuoco alle polveri del sarcasmo. Pone invece dubbi sulla fattibilità e concretezza del progetto Giulia Argiroffi, Consigliere comunale Componente 2^ commissione esperta del settore (urbanistica, edilizia pubblica e privata, città storica, ed. pericolante, ed. scolastica, mobilità). Raggiunta da Palermo Live ecco il suo parere sull’annuncio del sindaco riguardo l’inizio dei lavori.
GLI INTERROGATIVI
“E’ paradossale, se non addirittura emblematico di questa amministrazione, vivere quasi esclusivamente di proclami. Proclami dietro i quali si nasconde sempre la possibilità del disastro spesso tradotto in realtà. Sono tanti gli aspetti che vanno chiariti. Quanto scritto nel post sulla mia pagina personale di Facebook più che una certezza è un interrogativo. Sarà messo in pratica tutto ciò che serve onde evitare un danno erariale per le casse comunali? Siamo sicuri che, come troppo spesso succede, i lavori di Palazzo delle Aquile non verranno prorogati a tempi indeterminati?“.
L’AUSPICIO
Il momento, particolarmente delicato attraversato dalla città, induce Giulia Argiroffi ad ulteriori considerazioni. “Palazzo delle Aquile è l’emblema del potere amministrativo di questa città, ed è stato occupato per 41 anni da Orlando, nelle vesti di consigliere ma ancor di più in quelle di primo cittadino. Proprio per questo trovo paradossale ed emblematico che il sindaco possa lasciare quella che è stata la sua seconda casa per tanto tempo, con l’interrogativo riguardante l’effettiva concretizzazione del suo restauro”.