Per questa riapertura ancora non è stata scritta nessuna disposizione. Ma si può dire che manca solo l’ufficialità, perché adesso dal ministro degli Affari regionali Francesco Boccia è arrivato il tanto atteso via libera. Seppur con differenziazioni territoriali, dal «18 maggio molte attività potranno riaprire, ma lo si farà in sicurezza». Per quanto riguarda quali saranno le attività che potranno ripartire, Boccia ha detto che dall’11 al 14 maggio saranno date le linee guida per la riapertura di bar, ristoranti, centri estetici, parrucchieri e negozi al dettaglio. In pratica subito dopo che il ministro Speranza concluderà il monitoraggio che sta effettuando. Si terrà conto delle valutazioni territoriali, che terranno in considerazione il diverso andamento dell’epidemia nelle regioni.
IN SICILIA SI RIAPRIRÀ
Certo, le ordinanze sono ancora allo studio, ma l’intenzione del Governo nazionale appare chiara. Si vogliono allentare un po’ i vincoli che fino ad adesso hanno bloccato queste importanti attività, accogliendo anche l’appello lanciato dai presidenti di Regione, e sottoscritto in primis da Nello Musumeci, che chiedeva aperture differenziate fra le aree geografiche del Paese. Considerando tutto ciò, e tenendo conto del positivo andamento del coronavirus in Sicilia, parrucchieri e barbieri potranno riaprire con due settimane d’anticipo rispetto al previsto. E bar e ristoranti potranno tornare alla loro normale attività, considerando che fino al 17 di questo mese dovranno limitarsi al take away e alle consegne a domicilio. Il Governo, come già detto, ha manifestato l’intenzione di far ripartire18 maggio anche i negozi al dettaglio.
LE AVVERTENZE DI MUSUMECI
In previsione di questa ripartenza che fino a qualche giorno fa era ritenuta a rischio, il presidente della Regione raccomanda attenzione, e avverte che occorre sempre tenere in evidenza il dato epidemiologico. «Tutto dipenderà dall’uso che si farà di questa ritrovata libertà. Bisogna sempre tenere un occhio sul dato epidemiologico. Non vorrei che ci fosse qualcuno che passa dalla paura che ha spinto a rispettare i divieti a una immotivata tranquillità che si traduce in eccesso di libertà». È un monito che tiene conto del rischio che una eventuale impennata dei contagi potrebbe portare a nuove chiusure.