Ricomincia dall’Italia la vita della famiglia di Mustafa, il bimbo senza arti

Sono arrivati in Italia Mustafa, un bambino di 5 anni e il padre, ritratti nello scatto premiato al Siena International Photo Award. Gara di solidarietà per nuovi arti

Il piccolo Mustafa è arrivato nella serata di ieri sera all’aeroporto Leonardo da Vinci di Fiumicino, con un volo da Istanbul. Con lui il papà Munzir, la mamma Zeynep e le due sorelline. Da oggi per loro in Italia comincia una nuova vita, diversa dagli orrori della guerra in Siria. Lontana dalla evidente sofferenza che si è percepita nello scatto del fotografo turco Mehmet Aslan. Una immagine che ha commosso il mondo, e che ha cambiato la vita di questa famiglia. Mustafa e il papà Munzir sono vittime delle gravissime conseguenze del conflitto in Siria. Il padre ha perso una gamba a seguito di un bombardamento, mentre il piccolo è nato senza braccia né gambe a causa di un attacco chimico che ha coinvolto la mamma Zeynep, quando era in attesa del figlio.

LA FOTO È STATA PREMIATA, ED HA CAMBIATO LA VITA DI MUSTAFA

Tutto è nato dalla forza di una foto, dal titolo “Hardship of Life”, che in italiano si traduce in “la difficoltà della vita” o forse anche “del vivere”. Bella e drammatica: si vede un uomo senza una gamba che solleva il figlio di 5 anni nato senza arti inferiori e superiori. Il padre, 35enne, si appoggia su una stampella e solleva al cielo il piccolo che ride. La fotografia è stata vincitrice assoluta del Sipa, Siena International Photo Awards 2021. Questo premio ha dato il via ad una grande mobilitazione. L’ondata emotiva si è concretizzata in una raccolta fondi promossa dal Siena Awards sulla piattaforma GoFundMe. Ad oggi, ha raccolto oltre 100mila euro e ha reso possibile un sogno, quello di una vita migliore.

NUOVA VITA PER MUSTAFA E LA SUA FAMIGLIA

Per Mustafa e famiglia l’arrivo in Italia, a Siena, rappresenta l’ultima tappa di un lungo viaggio. Dalla sua casa in Siria alla Turchia, dove hanno vissuto in questi ultimi anni. Adesso da Istanbul a Roma, e quindi trasferimento a Siena, che li ha accolti con amore. Nelle prossime settimane le trasferte a Budrio, al Vigorso, un importante centro Protesico Inail. Qui comincerà la costruzione delle protesi per padre e figlio e la loro riabilitazione. L’ospitalità è stata organizzata dall’arcidiocesi di Siena-Colle di Val d’Elsa-Montalcino e dalla Caritas del posto. Come profughi, i cinque riceveranno vitto e alloggio e i cosiddetti “pocket money”, e godranno anche anche del supporto di un mediatore linguistico. Secondo quanto fa sapere l’ufficio Comunicazioni Sociali dell’Arcidiocesi, la Caritas creerà una rete di supporto e di relazioni, con accompagnamento e l’insegnamento della lingua italiana.