Rincaro dei carburanti, Altroconsumo chiede di azzerare l’IVA
La proposta è stata avanzata durante l’incontro con le associazioni che fanno parte del Consiglio Nazionale Consumatori e Utenti, convocato dal ministro Adolfo Urso
Azzeramento dell’IVA sui carburanti fino a data da definirsi: è la principale richiesta che Altroconsumo ha rivolto al ministro delle Imprese e del Made in Italy Adolfo Urso in occasione di un incontro convocato dallo stesso esponente del governo nazionale.
Al tavolo tecnico hanno preso parte le associazioni che fanno parte del Consiglio Nazionale Consumatori e Utenti, con l’obiettivo di individuare possibili soluzioni per contenere gli aumenti dei prezzi dei carburanti.
La proposta di Altroconsumo si lega a una petizione, consultabile sul sito dell’organizzazione e supportata, a oggi, da circa settantamila firmatari.
LE ALTRE RICHIESTE
A rappresentare Altroconsumo , il segretario generale Marino Melissano, che ha sollecitato inoltre l’avvio di un’indagine per appurare le cause dell’incremento dei costi e le eventuali responsabilità degli operatori della filiera.
Tra le altre richieste avanzate da Altroconsumo, anche l’attribuzione di maggiori poteri all’Antitrust per procedere alla verifica della formazione dei prezzi dell’intera filiera.
E inoltre, la messa in sicurezza dell’approvvigionamento dei prodotti raffinati, al fine di evitare possibili carenze dell’offerta che genererebbero ulteriori rincari.
Soprattutto, in vista dell’embargo del prossimo 5 febbraio sui prodotti petroliferi raffinati dalla Russia.
Il segretario ha inoltre avanzato la possibilità della suddivisione della media Italia dei prezzi dei carburanti sulla rete stradale ordinaria, rispetto alla media dei prezzi praticati in autostrada.
Il tutto, per avere riferimenti aderenti alla realtà.
“L’intervento del governo – sottolinea Marino Melissano – deve essere strutturale: è necessario risalire all’origine degli aumenti per evitare ripercussioni su tutta l’economia nazionale”.
LA POSIZIONE DEL GOVERNO
In apertura dell’incontro, il ministro Adolfo Urso ha illustrato i passi compiuti a oggi dall’esecutivo per contenere i rincari dei carburanti.
Nello specifico, si è soffermato sul decreto che mira a rendere più trasparente l’informazione rivolta ai cittadini.
A partire dalla pubblicazione giornaliera, a cura degli esercenti, del prezzo medio dei carburanti.
Tra i punti più qualificanti, anche il conferimento di maggiori poteri a Mr. Prezzi e l’affidamento ai prefetti del potere di sanzionamento per omessa o errata comunicazione dei prezzi alla pompa.
Quest’ultimo provvedimento, in considerazione del fatto che attualmente quattromila distributori omettono la comunicazione obbligatoria.
E inoltre, il potenziamento della rete di controlli, da parte della Guardia di Finanza e dell’Antitrust, per scoprire eventuali illeciti.
LE PRECISAZIONI DI ALTROCONSUMO
Marino Melissano ha ricordato che, dal 1 gennaio del 2023, il governo ha abolito gli incentivi per calmierare i prezzi dei carburanti.
I 30,5 centesimi alla pompa fino allo scorso novembre si sono ridotti a 18,3 centesimi di euro a fine anno.
“Le accise sono così tornate ad essere applicate in misura piena – spiega – e il prezzo alla pompa non ha più nessuno sconto per il consumatore”.
“Ciò sta generando rincari pesanti e repentini, come era prevedibile – afferma il segretario – e come Altroconsumo aveva segnalato”.
“Tuttavia, questi aumenti, che aggravano una situazione di crisi energetica già pesante – precisa – sembrano troppo improvvisi e troppo importanti per essere solo frutto della fine dello sconto sulle accise”.
“Occorre dunque – aggiunge – che le autorità indaghino per verificare se siamo di fronte a una nuova possibile speculazione a danno degli automobilisti”.
I RISULTATI DELL’ INDAGINE
In molte città italiane, tra cui Bolzano, gasolio e benzina rincarano più di quanto ci si sarebbe aspettato se fosse stato tolto il solo sconto governativo.
Il dato emerge da una indagine sui prezzi del carburante a cura di Altroconsumo, che, per tredici città, ha calcolato i prezzi medi dal 29 dicembre 2022 all’8 gennaio 2023, ovvero dall’inizio alla fine deli sconti, utilizzando i dati pubblicati quotidianamente dal Ministero delle Imprese e del Made in Italy.
La ricerca ha messo a confronto il prezzo medio alla pompa del 29 dicembre con quello rilevato il successivo 8 gennaio: se l’incremento di prezzo fosse dovuto esclusivamente alla fine degli sconti governativi sulle accise, benzina e gasolio sarebbero dovute rincarare rispettivamente dell’11,1% e del 10,7%.
In alcune città è stato così, ma in molti capoluoghi ci sono stati aumenti ben più alti, che arrivano a sfiorare il 20%.
A Bolzano l’aumento è stato mediamente del 15% per la benzina (+ 24 centesimi) e del 12% per il gasolio (+ 20 centesimi).
Ma le differenze possono essere ancora più sostenute da un distributore all’altro.
In alcuni distributori sono stati superati i due euro.
“Ma quando si parla di diesel – chiarisce Marino Melissano – la preoccupazione cresce, perché bisogna tenere conto che ogni aumento potrebbe farsi sentire anche nel settore dei trasporti e, a cascata, su tutto il costo delle merci trasportate su gomma”.
PERCHÈ AZZERARE L’IVA
Secondo Altroconsumo, occorre intervenire tempestivamente, prima che gli effetti degli aumenti si scarichino ulteriormente su altre filiere e categorie di beni.
“Come sosteniamo da tempo – sottolinea ancora il segretario – bisogna agire in maniera strutturale, direttamente sull’IVA, con l’azzeramento temporaneo: l’aliquota, attualmente al 22%, determina il prezzo finale in modo decisivo”.
L’azzeramento dell’IVA, dunque, rappresenterebbe l’unica garanzia di un rallentamento della crescita del prezzo alla pompa dei carburanti.
“Continuiamo pertanto la nostra battaglia chiedendo alle istituzioni di eliminare l’IVA sui carburanti – spiega – sia sul costo industriale sia sulle accise”.
“In questo modo, le variazioni del costo di produzione della benzina, detto costo industriale – precisa – verrebbero assorbite, mantenendo il costo alla pompa della benzina su una soglia accettabile, anche senza una proroga del taglio delle accise, come abbiamo chiesto al governo”.
L’ APPELLO
“Dai calcoli fatti su tutto il 202 – spiega il segretario – abbiamo rilevato che se avessimo azzerato l’IVA, la spesa annua di benzina per singola auto, assumendo un consumo medio annuo di 900 litri, sarebbe rimasta invariata rispetto al 2021, mentre con il taglio delle accise la spesa è stata comunque di 130 euro in più ad auto rispetto allo scorso anno”.
Poiché l’IVA è una percentuale, avrebbe un impatto maggiore in caso di futuri aumenti delle materie prime e di possibili speculazioni.
Inoltre, le continue proroghe di misure fiscali potrebbero aggiungere instabilità a un mercato già estremamente precario.
“Nonostante, a partire dal 9 gennaio si osservi un progressivo ribasso dei prezzi – osserva – il livello attuale è ancora elevato”.
Secondo Altroconsumo, la decisione di rendere obbligatoria la pubblicazione del prezzo medio giornaliero è certamente condivisibile “ma, visto che il prezzo in autostrada è sempre maggiore – prosegue il segretario – perché questa media non risulti falsata in alto, noi abbiamo chiesto che il prezzo medio venga calcolato separatamente per la rete stradale ordinaria e per l’autostrada, per avere riferimenti aderenti alle due realtà”.
“Chiediamo di sostenere la posizione di Altroconsumo – conclude Marino Melissano invitando alla firma dell’appello dell’associazione – più siamo, più forte sarà la nostra voce per dire stop al caro benzina azzerando l’IVA”.