Lo chef Gigi Mangia vuole dal Comune un risarcimento di 250mila euro
È in atto una controversia tra il Comune e Beppe Mangia, che ha un locale in via Principe di Belmonte. Lo chef non avrebbe avuto risposta allerichieste per allargamento del suolo pubblico
Il ristorante dello chef Gigi Mangia si trova in centro, in via Principe Belmonte, che da anni è stata pedonalizzata. Il ristoratore sostiene che, come previsto dalle disposizione anti-Covid, ha chiesto al Comune di potere disporre di uno spazio maggiore all’aperto per potere incrementare la quantità di posti a sedere. Quindi ha presentato diverse istanze al fine di potere usufruire dell’ampliamento del suolo pubblico del suo locale.
TERMINE PERENTORIO PER UNA RISPOSTA.
Mangia asserisce che il Comune non ha mai risposto a nessuna delle sue istanze, neanche al termine perentorio del 28 giugno, dato come ultimo per avere un riscontro. Per questo motivo si è visto costretto a chiedere, tramite l’avvocato amministrativisto Giuseppe Ribaudo, un risarcimento “per manifesta omissione e violazione dei principi di diligenza amministrativa”. Perché, sostiene Mangia, questo comportamento omissivo ha causato alla sua attività un notevole danno, con una consistente perdita economica nella sua attività.
LE RAGIONI DI MANGIA
Ecco le ragioni dello chef: «Ho dovuto tutelare anche gli interessi dei miei collaboratori, dei miei fornitori e della mia azienda, chiedendo un risarcimento per 250 mila euro. L’amministrazione comunale nuota come un calamaro gigante che ha perso la voglia di mare e ha il solo obiettivo di spiaggiarsi sull’arenile. In questa sua voglia suicida, il paragone con un calamaro ci sta tutto: il Comune corre il rischio che, con la burocrazia, paragonata ai lunghi tentacoli del calamaro, si distrugga tutto ciò che si incontra».
COSA DICE IL COMUNE
Il Comune sostiene che se le domande di ampliamento di suolo pubblico per locali e ristoranti sono accompagnate da una perizia redatta e firmata da un tecnico, valgono come autocertificazione e non c’è bisogno di attendere una risposta del Comune. Ma per quanto riguarda la richiesta presentata da Mangia, secondo l’assessore alle Attività produttive Leopoldo Piampiano, il problema è un altro. Dalle notizie raccolte dal Giornale di Sicilia, pare che gli uffici di Palazzo delle Aquile avrebbero verificato che Mangia vorrebbe l’ampliamento in un’area già occupata da un altro locale. Circostanza che circa un mese fa ha fatto dire a Piampiano che «più che un’istanza quella di Mangia è una pretesa irregolare».