Riscaldamento, prezzi alle stelle per legna, pellet e bioetanolo

riscaldamento

L’aumento dei costi energetici, con l’inverno ormai alle porte, spinge le famiglie italiane a ricorrere a fonti alternative al gas per il riscaldamento al fine di risparmiare sulle bollette. Secondo un’indagine Codacons, i prezzi dei materiali per alimentare stufe e camini sono alle stelle, registrando un più 175%.

RISCALDAMENTO, L’INDAGINE DEL CODACONS

Gli italiani si preparano ad affrontare il freddo e, quest’inverno, riscaldare un appartamento da 100 mq può costare fino a 2.145 euro. L’aumento delle tariffe energetiche ha spinto molte famiglie a rinunciare all’accensione dei riscaldamenti e a trovare fonti alternative al gas nel tentativo di risparmiare sulle bollette. Secondo un’indagine del Codacons, si registrano pesanti aumenti sulle materie prime per alimentare stufe e camini. Si registrano, infatti, pesanti aumenti pari al +175% per il pellet, +43,7% per la legna da ardere, +57% per il bioetanolo. 

Gli ultimi dati registrati da AIEL (Associazione Italiana Energie agroforestali) vedono, solo nei primi 5 mesi del 2022, un aumento delle vendite di stufe del 28% rispetto allo stesso periodo del 2021. In Italia – secondo i dati diffusi dal Codacons – si contano oltre 8,3 milioni di stufe e caminetti, di cui il 24,2% a pellet e il restante 75,8% a legna. 

PELLET, LEGNA E BIOETANOLO: I PREZZI

Tuttavia, i rincari sulle materie prime ricadono in modo diretto sui costi che le famiglie dovranno sostenere per riscaldare le proprie case nei mesi invernali. Ipotizzando un appartamento da 100 mq, l’indagine evidenzia come oggi servano in media 2.145 euro per riscaldare una casa ricorrendo al pellet, 1.800 euro se si dispone di impianto a gasolio, 1.180 euro circa per una caldaia alimentata da gas naturale e solo 750 euro per la legna, che nonostante gli aumenti rimane il combustibile più economico.

SIMA, “È ALLARME INQUINAMENTO”

Sima, Società Italiana di Medicina Ambientale, lancia l’allarme inquinamento: “Stufe, camini, legna e pellet determinano una crescita dei livelli di inquinamento atmosferico, con danni sul fronte della qualità dell’aria anche all’interno delle case e ripercussioni sulla salute pubblica”, spiega il presidente Alessandro Miani.“Basti pensare che in Italia i camini aperti tradizionali rilasciano ogni anno 3.679 tonnellate di PM10 in atmosfera, 2.401 tonnellate quelli chiusi. Le stufe a legna, invece, immettono 2.651 tonnellate di PM10. Per ogni Giga Joule bruciato, un caminetto aperto rilascia nell’atmosfera 860 grammi di PM10; poco meno della metà una stufa a legna (480 grammi), mentre il caminetto chiuso ne emette 380 grammi”.

“Una stufa a pellet rilascia in media 76 grammi di PM10 per ogni Giga Joule bruciato, numeri nettamente superiori al gasolio (5 g) e al metano (0,2 g). Il maggior ricorso a stufe e camini provocherà il prossimo inverno un proporzionale incremento delle polveri sottili immesse in atmosfera, con ripercussioni sia sull’inquinamento dell’aria indoor – anche attraverso l’emissione di Idrocarburi Policiclici Aromatici, sostanze cancerogene che si liberano dalla combustione della legna nei camini – sia su quella outdoor e, quindi, sulla salute pubblica”, dice Miani.

Fonte foto sito Unsplash Hayden Scott.