Rischio sfratto istituto Gramsci: “Futuro? Serve soluzione definitiva”

L’istituto Gramsci rischia lo sfratto dal Comune di Palermo, per dei pagamenti di affitto non renduti. Tra i primi a dare la propria solidarietà il consigliere Altadonna

Gramsci

Sta montando sempre di più la vicenda legata ad uno dei luoghi più rappresentativi della cultura libraria della città di Palermo, l’istituto Gramsci. La struttura ospita, infatti, un prezioso archivio della storia e della politica siciliana. Il Comune ha invitato l’istituto a liberare il padiglione che lo ospita ai Cantieri culturali della Zisa, il motivo è legato al mancato pagamento dell’affitto; circa 70 mila euro. Da parte sua il Gramsci ha replicato che il regolamento comunale prevede che per le “associazioni di alta valenza e utilità sociale e istituzionale” il canone possa essere “conguagliato con l’acquisizione di servizi aventi finalità sociali”.

L’istituto Gramsci chiede, da tempo che i servizi resi alla città vengano riconosciuti come “conguaglio” del canone di locazione. Il Comune ha rigettato questa proposta e la struttura ha presentato ricorso, ma una decisione verrà presa nell’aprile 2022. Nel frattempo è arrivata la nuova richiesta di fratto.

LA REPLICA DEL COMUNE DI PALERMO

Il Comune di Palermo non ha fatto attendere la sua risposta. E lo ha fatto attraverso le parole del sindaco Leoluca Orlando, il quale ha dichiarato di essere pronto a trovare una soluzione. “Credo che non si possa dubitare del fatto che io consideri importante la presenza dell’Istituto Gramsci nella nostra città e nei locali comunali dei Cantieri Culturali della Zisa. Ritengo certamente improprio, nella più generosa delle interpretazioni, invocare l’importanza del ricordo di Gramsci per disattendere le norme vigenti vanificando l’atteggiamento di grande positiva attenzione dell’Amministrazione comunale, come ha compiutamente dichiarato nei giorni scorsi l’assessore competente Toni Sala. È evidente che l’Amministrazione comunale è disponibile a trovare una soluzione, ricordando che nel 2000 proprio l’Amministrazione comunale ha assegnato i locali per ragioni che non sono certamente venute meno”. 

Tra i primi a dare la propria solidarietà all’istituto Gramsci Salvo Altadonna, docente e responsabilità regionale PD Sicilia Istruzione Formazione e contrasto alla povertà educativa. Intervistato da Palermo Live, Altadonna ha dato il suo punto di vista su questa diatriba.

La vicenda dell’istituto Gramsci sembra un’odissea senza fine che si trascina ormai da anni. Le somme che l’amministrazione comunale chiede sono o meno legittime?

“Il regolamento relativo alla gestione dei beni di proprietà del comune prevede al suo interno diverse forme di concessione degli spazi che risultano in capo al patrimonio.
L’istituto Gramsci ha avuto applicato il canone di cui all’art. 8 del regolamento, nella misura del 40% rispetto al valore di mercato
“.

Quindi gli 80.000 € che il comune di Palermo richiede sono dovuti?

Beh di fatto si. C’è da dire che sin dalla stipula del contratto l’istituto aveva chiesto che venisse applicato, come d’altronde l’amministrazione ha fatto con altri spazi ed altri soggetti, quanto previsto dall’art.16 comma 4 del medesimo regolamento, ovvero, la compensazione o conguaglio del canone dovuto a fronte dell’erogazione di servizio di utilità sociale ed istituzionale“.

E’ stata una scelta politica quella di non applicare il conguaglio all’istituzione?

È a questo punto che avviene il cortocircuito tra i funzionari del settore e Sindaco. Lo stesso comma 4 dice che la valutazione qualitativa dei servizi erogati compete ai dirigenti del settore i quali sembra non abbiano mai ritenuto di applicare al Gramsci questa fattispecie“.

A questo punto quali scenari si prospettano?

Questo dipende dal valore che diamo a questo bene bibliotecario e sociale che è l’istituto Gramsci.
Il suo valore va ben oltre la nostre città e non possiamo che collocarlo nel suo genere tra i più rilevanti del nostro paese. La sua mission è strettamente legata alla raccolta ed alla tutela del patrimonio della Sicilia e del suo ruolo nell’area del Mediterraneo. Su quanto peso diamo a questa mission si gioca il futuro dell’istituto
“.

Lei personalmente quale percorso proporrebbe.

Per quanto trovi ingiustificata la scelta di non considerare le attività erogate dall’istituto come valide per la compensazione del canone ritengo che non sia possibile attuare in forma retroattiva la norma, per cui il debito contratto andrà saldato e su questo credo che la strada maestra sia quella di una sottoscrizione.
Sul futuro dell’istituto è ovvio che auspico un rinnovo di contratto che questa volta preveda la compensazione del canone anche tenuto conto di quanto spesso la Politica abbia utilizzato quello spazio fregiandosi di farlo. Su questa strada si potrebbe anche prevedere una compensazione del pregresso.
Nei prossimi giorni cercherò di coinvolgere il Partito anche a livello nazionale perché risulta impensabile non collocare una così importante questione all’attenzione del governo”.