Risolto un giallo: ha bruciato vivo il fratello per incassare l’assicurazione

L’uomo fermato dai carabinieri avrebbe bruciato vivo il fratello per riscuotere 300mila euro di un’assicurazione. Un anno fa aveva indotto la vittima a stipularla

Il 30 marzo scorso nelle campagne di Lettere, nel Napoletano, venne rinvenuto il cadavere di Domenico Martone, un’uomo di 33 anni. I carabinieri di Castellammare di Stabia erano intervenuti in un terreno vicino al paese per un incendio. Ma, quando raggiunsero una piccola costruzione, una casupola con lamiera, scoprirono che non si trattava di un incendio di sterpaglie o di rifiuti. A bruciare era un uomo. Qualcuno gli aveva dato fuoco; il corpo era già carbonizzato. Ma adesso il  giallo della morte di Domenico Martone sembra essere vicino a una soluzione.

ARRESTATO IL FRATELLO

Ieri, tredici giorni dopo quell’efferato e inspiegabile omicidio, è stato arrestato il fratello di tre anni più grande, Antonio Martone, di 36 anni. I carabinieri lo hanno fermato a Sant’Antonio Abate (Napoli). Avrebbe dato fuoco al fratello quando questi era ancora in vita, e poi  ha abbandonando il luogo del delitto a piedi, facendo perdere le sue tracce. Agghiacciante la motivazione: avrebbe ucciso Domenico per incassare una polizza sulla vita che lui stesso, poco più di un anno fa, aveva indotto a stipulare. In caso di morte era previsto il pagamento di circa 300mila euro, che avrebbe incassato proprio lui,  Antonio Martone. Questo è quanto hanno ricostruito i carabinieri della compagnia di Castellammare di Stabia che, assieme alla Procura, hanno svolto le indagini sul macabro ritrovamento.

LO AVREBBE BRUCIATO VIVO

Non è chiaro ancora come l’uomo pensasse di potere mettere le mani sui soldi dell’assicurazione. Ma la prospettiva, per quanto remota, sarebbe stata sufficiente. Omicidio premeditato, ritengono gli inquirenti. Avrebbe portato il fratello in quel terreno, lo avrebbe tramortito e avrebbe incendiato il corpo. Lo avrebbe fatto mentre Domenico era ancora vivo: durante l’autopsia i medici hanno accertato che i suoi polmoni erano pieni di fumo. L’uomo, quando è stato avvolto dalle fiamme, respirava ancora.