Ristrutturazione bagno, quest’anno ti costerà il 50% in più | Se hai già smantellato il pavimento sei nei guai

Ristrutturazione bagno - fonte pexels - palermolive.it

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Tempi duri per chi ha deciso di ristrutturare i bagni di casa, il prezzo di questo materiale è salito alle stelle

La ceramica italiana sta affrontando una fase complessa a causa delle crisi internazionali e della fine degli incentivi legati al Superbonus, che avevano temporaneamente sostenuto il mercato interno. Il settore, fortemente orientato all’export, risente della concorrenza globale e della necessità di condizioni commerciali uniformi, anche attraverso l’introduzione di dazi. La politica energetica gioca un ruolo cruciale per la competitività delle imprese.

L’export rappresenta la colonna portante del comparto, incidendo per oltre il 75% sulle vendite totali, con punte superiori all’80% per le piastrelle. I mercati principali restano Francia, Germania e Stati Uniti, con un incremento del 18,5% nelle esportazioni verso gli USA nel primo trimestre del 2024. Tuttavia, le incertezze geopolitiche e le dinamiche commerciali globali, come la concorrenza di Paesi emergenti, minacciano la posizione italiana.

Il costo dell’energia continua a rappresentare un ostacolo significativo per le imprese del settore. Nonostante il calo rispetto ai picchi del 2022, il prezzo del metano rimane più del doppio della media storica, con un impatto diretto sui bilanci aziendali. Il divario di costo rispetto ad altri Paesi europei penalizza la competitività dell’industria ceramica italiana, rendendo difficile assorbire gli aumenti nei prezzi di vendita senza compromettere i margini. Provvedimenti come la Gas Release e la Energy Release sono stati introdotti per sostenere il comparto, ma restano in attesa dei decreti attuativi necessari per la loro piena applicazione.

Infine, il sistema Ets rappresenta un ulteriore peso per il settore, senza apportare reali benefici ambientali. La speculazione finanziaria ha reso il meccanismo ancora più oneroso, con il rischio di delocalizzazione delle produzioni verso Paesi con minori vincoli ambientali. Per le aziende che dipendono ancora dal gas metano, l’Ets si traduce in una tassa che sottrae risorse agli investimenti e impedisce l’accesso agli incentivi per la decarbonizzazione.

L’andamento altalenante del prezzo del gas

Dopo lo scoppio della guerra in Ucraina, il prezzo del gas naturale ha raggiunto picchi estremi, arrivando a 300 euro per megawattora. Questo ha avuto un impatto diretto sull’intero settore della ceramica, con aumenti nei costi di produzione e conseguenti rincari su piastrelle, smalti e fritte. Sebbene l’inflazione sia successivamente scesa, attestandosi sopra i 30 euro, garantendo un parziale sollievo alle aziende, nelle ultime settimane il costo del gas è tornato a salire. L’Associazione nazionale dei produttori di fritte, smalti e colori ceramici (Anffecc) ha già lanciato un primo allarme, evidenziando il rischio di una nuova fase critica per il settore.

Secondo Anffecc, il rincaro del gas naturale è attribuibile a diversi fattori, tra cui la ridotta produzione di energia rinnovabile, le temperature più basse in Europa e la diminuzione delle riserve di stoccaggio. Da metà dicembre, il prezzo è aumentato del 53%, tornando a livelli tre volte superiori rispetto a quelli pre-crisi energetica. Lunedì scorso, il gas ha raggiunto i 60 euro per megawattora, e le prospettive a breve e medio termine non indicano un calo significativo. Questo andamento mette nuovamente sotto pressione i costi industriali, minacciando la stabilità delle imprese ceramiche.

Ristrutturazione bagno - fonte pexels - palermolive.it
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Margini in calo e concorrenza globale

Negli ultimi anni, la redditività del settore ceramico è stata fortemente penalizzata dall’aumento del costo dell’energia e delle materie prime, oltre che dal calo della domanda globale. L’instabilità economica e geopolitica ha ridotto le vendite, rendendo difficile il recupero delle quote di mercato. A complicare ulteriormente la situazione vi sono i crescenti oneri burocratici imposti dalla legislazione europea, che rappresentano un freno alla competitività in un periodo già delicato per l’industria.

L’insieme di questi fattori sta progressivamente erodendo i margini delle aziende che operano nella produzione di smalti e colori per ceramica. La perdita di competitività sul mercato internazionale, unita all’aumento dei costi, rappresenta una minaccia concreta per la sopravvivenza del comparto. Senza un intervento mirato per stabilizzare i costi energetici e alleggerire il carico normativo, molte imprese potrebbero trovarsi in difficoltà nel mantenere la loro posizione sul mercato globale.