Dalla notte delle elezioni americane ancora non sono usciti verdetti. Si dovrà attendere lo spoglio del voto postale di Pennsylvania, Michigan e Wisconsin per decretare la conferma del repubblicano Donald Trump come presidente, o il ritorno alla Casa Bianca del democratico Joe Biden, già vice di Barack Obama. Di fatto i sondaggi, che davano lo sfidante avanti, sono sconfessati dal voto. Trump ha vinto in alcuni stati in bilico, mostrandosi più forte di quanto descritto dalle previsioni per lui più pessimistiche. Ma non abbastanza, comunque, da permettergli di vincere le elezioni. Si sta palesando lo scenario, più volte evocato in queste settimane e previsto come possibile dai sondaggi, che si debba aspettare la conclusione dello scrutinio negli stati che impiegheranno però più tempo a contare i voti: Michigan, Pennsylvania e Wisconsin.
LA SITUAZIONE ATTUALE
A questo punto dello spoglio è evidente che le cose stanno andando meglio del previsto per Trump, e peggio del previsto per Biden: questo però in relazione alle aspettative di una larga vittoria per Biden, come prospettavano i sondaggi. Il presidente uscente sta andando bene in alcuni degli stati nei quali deve vincere per forza per essere rieletto, e questo per Biden significa che si stanno chiudendo alcune possibilità che aveva per arrivare alla Casa Bianca. Per questo al momento si può dire che una vittoria di Biden è meno probabile di quanto lo fosse ieri nei sondaggi. Il suo vantaggio iniziale si è arrestato davanti alla rimonta di Donald Trump in Florida, Texas e Georgia. Fino a conquistare l’Ohio, uno degli Stati chiave che dalla guerra civile ha azzeccato 33 su 37 presidenti americani. E mai un presidente repubblicano ha vinto le elezioni senza averlo conquistato.
AFFLUENZA RECORD
La sfida tra i due candidati ha fatto segnare già il primo record, con una affluenza alle urne del 67%, la più alta da oltre un secolo negli Stati Uniti. Si prevede quindi che circa 150 milioni di americani hanno espresso il loro voto. Quattro anni fa votarono circa 139 milioni, cioè il 59,2% della popolazione che aveva i requisiti per votare. L’alta affluenza tradizionalmente segna un vantaggio per i democratici.