Ciò che appariva impossibile, si è verificato.
Alex Zanardi è tornato a parlare, nell’incredulità generale di medici e familiari.
A sette mesi dal terribile incidente avvenuto lungo le strade della Val d’Orcia il 19 giugno scorso, quando l’ex pilota di Formula 1 perse il controllo della sua handbike subendo un violento impatto con un camion, la situazione sembra volgere al meglio.
A dare notizia dei progressi del campione bolognese è la dottoressa che lo ha in cura, Federica Alemanno, neuropsicolga.
“Quando ha cominciato a parlare – spiega -nessuno ci credeva, è stata una grande emozione”.
“Gli tengo la mano giorno per giorno – spiega – e sono rimasta sorpresa della sua capacità di recupero”.
L’ex pilota prosegue attualmente la riabilitazione presso l’Ospedale di Padova, a seguito di mesi molto difficili e diverse operazioni.
Daniela Manni puntualizza alcuni aspetti relativi alle condizioni di salute del consorte.
Riferendosi ad un articolo pubblicato nel mese di dicembre sul Corriere della Sera a firma di Carlo Verdelli, la donna, da venticinque anni sposata con il campione bolognese, di recente ha espresso alcune precisazioni.
I progressi nella riabilitazione sono reali, il paziente vede e sente, manifesta di riconoscere e salutare chi gli è vicino attraverso la gestualità.
Tuttavia, precisa la signora, che non ha mai lasciato il marito neppure per un istante, i passi avanti si alternano ai passi indietro.
“Lui fa delle cose, ma non sempre – spiega – e il suo è un percorso molto lungo”.
La tecnica utilizzata per il risveglio del campione si chiama “awake surgery” ovvero chirurgia da svegli.
In Italia è praticata in pochissimi centri dove si eseguono interventi che riguardano, per esempio, gli angiomi cavernosi e le lesioni benigne di natura vascolare.
In Europa, invece, sono numerose le strutture che la utilizzano relativamente ad altre patologie cerebrali.
L’obiettivo è garantire al paziente la più alta qualità di vita possibile a seguito di un inevitabile intervento chirurgico alla testa.