Servirà l’esame del dna per stabilire se i resti di un corpo ritrovato oggi a Gioia Tauro, vicino il lungomare di San Ferdinando, sono quelli di Vito Lo Iacono, comandante di Nuova Iside, peschereccio affondato, per cause ancora da accertare, nelle acque tra Ustica e San Vito Lo Capo.
Dopo una segnalazione alle forze dell’ordine, che segnalava la presenza di un corpo galleggiante, la capitaneria di porto di Reggio Calabria si è attivata e ha recuperato i resti di un uomo in avanzato stato di decomposizione. Sul corpo era presente solo un indumento intimo, il resto è irriconoscibile e ridotto ad un troncone osseo.
Subito si è pensato al corpo del 26enne Vito Lo Iacono, ultimo dei dispersi del peschereccio Nuova Iside, ma l’identificazione non sarà semplice.
Proprio ieri, a 30 miglia dalla costa palermitana e a più di 1400 metri di profondità, è stato individuato dalla Marina Militare il peschereccio Nuova Iside. L’ipotesi più avvalorata è quella di uno speronamento di una petroliera che, proprio quella sera, era nella stessa rotta dell’imbarcazione affondata.