Rivelazione choc sul Covid: presente in Italia già dal 2019
Analizzando campioni di sangue prelevati tra settembre e dicembre 2019 a pazienti con cancro ai polmoni, sono stati trovati gli anticorpi al SarsCov2. Gli scienziati divisi
Il virus Sars-Cov 2, il Covid, probabilmente circolava silente in Italia già da settembre 2019, ben prima non solo dell’ormai famoso paziente uno del 21 febbraio. Ma anche in un periodo antecedente a dicembre 2019, quando venne registrato in Italia il primo caso di importazione. Quello dei due turisti provenienti dalla Cina confermati il 30 gennaio dallo Spallanzani di Roma. Questa possibilità è sostenuta in uno studio dello Istituto dei tumori di Milano e dell’università di Siena, firmato da 16 scienziati guidati da Giovanni Apolone. Una ricerca che potrebbe riscrivere la storia della pandemia.
I RISULTATI DELLO STUDIO
La possibilità che il Covid circolasse in Italia già da settembre 2019, è indicata anche da uno studio dell’Istituto superiore di sanità sulle acque reflue di Milano e Torino. Ed è come una conferma dei risultati della ricerca dell‘Istituto dei tumori di Milano e dell’università di Siena. In uno studio sono stati analizzato campioni di sangue prelevati tra settembre 2019 e marzo 2020, a partecipanti ad uno screening sul tumore al polmone. E sono stati trovati gli anticorpi al SarsCov2 nell’11,6%, di cui il 14% già a settembre. Nella relazione si legge: «Abbiamo studiato la presenza di anticorpi specifici».
RICERCHE SU CAMPIONI DI SANGUE
Giovanni Apolone, direttore scientifico dell’Istituto dei tumori ha spiegato: «Tra marzo e aprile abbiamo iniziato a riflettere, anche sulla base di altri lavori scientifici, se il coronavirus in Italia avesse iniziato a circolare prima della data ufficiale. Così abbiamo pensato di usare i campioni di sangue raccolti nell’ambito dello studio Smile. Iniziato a settembre 2019 e poi interrotto a marzo 2020 per l’epidemia». Allo screening avevano partecipato 959 persone tra i 55 e 65 anni di età, tutti gran fumatori. Il 60% uomini e il 50% residenti in Lombardia. Il dossier ha mostrato una «inaspettata circolazione molto precoce di Sars-Cov-2 tra individui asintomatici in Italia diversi mesi prima dell’identificazione del primo paziente», ed ha chiarito l’insorgenza e la diffusione della pandemia di malattia da Covid-19.
I VIROLOGI ITALIANI SONO MOLTO CAUTI
Molto cauti i virologi italiani. Interrogato sull’argomento, il direttore del reparto di Malattie infettive dell’ospedale Sacco di Milano, Massimo Galli, ha detto che «attende conferme reali». Inoltre ha detto: «È veramente difficile pensare che il virus sia così vecchio. Se però lo fosse, la prima cosa da chiedersi sarebbe perché non ha creato focolai molto prima».