Il ministero della Giustizia ha chiesto al Brasile l’estradizione di Robinho, ex attaccante del Milan dal 2010 al 2014, che il 19 gennaio scorso ha subìto una condanna in via definitiva dalla Cassazione a 9 anni di carcere. Con lui condannato anche l’amico Ricardo Falco. Le condanne furono per violenza sessuale di gruppo su una ragazza albanese che subì abusi in un locale milanese la notte del 22 gennaio 2013. La procura di Milano a febbraio aveva emesso un mandato di arresto internazionale. La ministra della Giustizia, Marta Cartabia ha inoltrato la richiesta di estradizione il 28 settembre 2022.
Per sottrarsi all’indagine milanese, il calciatore Robson de Souza Santos, in arte Robinho, aveva rinunciato a ben due anni di ingaggio nel Milan, tornando in patria alla fine del campionato 2013/2014. A suo carico, oltre alla denuncia della vittima, c’era il precedente che si portava appresso da quando giocava a Manchester, dove era stato colpito da una accusa analoga, poi archiviata. Nell’indagine milanese erano invece emerse prove considerate inoppugnabili dai giudici. Comprese le intercettazioni tra Robinho e il suo amico Jairo Chagas, musicista, anche lui presente alla serata.
Erano cinque gli amici al Sio Cafè, uno dei bar classici della movida milanese, ed avevano adocchiato una ragazza albanese, che si trovava lì per festeggiare il compleanno. Era presente anche la moglie del calciatore, che però è tornata a casa con un taxi. Il gruppo aveva bisogno di per lasciare al gruppo mano libera. Nella sentenza si legge che la ragazza ubriaca e stordita, fu portata nel retro del locale dove, secondo l’accusa, fu sottoposta a «plurimi e ripetuti rapporti sessuali». Tornato in patria, Robinho aveva sempre sostenuto che il rapporto di gruppo fosse avvenuto con il consenso della ragazza. Ma due anni fa la pubblicazione delle intercettazioni con Chagas aveva affossato la linea difensiva.