Un blitz in piena regola, con cassonetti incendiati, vetrate rotte e bancomat distrutti.
A compiere le azioni vandaliche, nel corso della notte tra sabato 17 e domenica 18 dicembre, sono stati gli anarchici.
Presa di mira la zona tra San Giovanni e Tuscolano, la più antica della capitale.
I residenti del popoloso quartiere affermano di avere visto in azione un gruppo di giovani con i fumogeni rossi in mano, come riporta il quotidiano “La Repubblica”.
Intorno all’una, hanno chiamato i Carabinieri della Compagnia Piazza Dante e del Nucleo Radiomobile che sono accorsi sul luogo del raid ma il gruppo si era già dileguato.
Non solo cassonetti dati alle fiamme, vetrate delle banche spaccate e bancomat delle Poste vandalizzati.
Oltre ai danni materiali, notevoli, gli autori delle azioni vandaliche hanno imbrattato i muri con la vernice nera lasciando la loro firma.
Ovvero, una A cerchiata che lascia pochi dubbi sulla paternità del gesto.
I Carabinieri hanno sequestrato le immagini della videosorveglianza e ascoltato alcuni testimoni di quelle ore di ansia e paura, tra le vie Macedonia, Latina, Numanzia e piazza Rosella.
LE SCRITTE SUI MURI A SOSTEGNO DI ALFREDO COSPITO
Il blitz a Roma, tuttavia, non sarebbe una semplice manifestazione violenta di protesta contro il potere bancario e il capitalismo.
Sui muri è comparsa la scritta “Alfredo libero”, chiaro riferimento alle sorti carcerarie di Alfredo Cospito.
Quest’ultimo, pescarese di cinquantacinque anni, è detenuto in regime di 41 bis, il primo caso per un anarchico.
Dallo scorso ottobre è in sciopero della fame e diverse, negli ultimi mesi, sono state le iniziative organizzate in tutta Italia negli ultimi mesi a suo sostegno.
Condannato all’ergastolo ostativo, da sette mesi è sottoposto al regime duro nella Casa Circondariale di Sassari – Bancali. Alfredo Cospito nel 2014 è stato condannato a 10 anni e 8 mesi con l’accusa di avere gambizzato l’ad di Ansaldo Nucleare, Roberto Adinolfi.
Secondo gli inquirenti, inoltre, sarebbe stato lui a piazzare due ordigni nei pressi della Scuola Allievi Carabinieri di Fossano, in provincia di Cuneo, nella notte tra il 2 e il 3 giugno del 2006, fortunatamente senza causare vittime.
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