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Roma: il killer delle tre escort ha un volto, c’è anche una testimone

È stato esaminato un video che ritrae un sospettato nella vicenda delle tre escort uccise nel quartiere Prati a Roma. Sarebbe stata una delle telecamere di sorveglianza tra via Durazzo e via Riboty a riprendere l’uomo negli 850 metri di strada che collegano i due appartamenti in cui sono state ritrovate uccise la colombiana Martha Castano Torres e le due dnne cinesi. Ma c’è anche una testimone. Si tratta di una cittadina cubana che sarebbe uscita con una persona dopo i delitti. «Mi ha detto di aver ucciso tre donne, mi sento fortunata», ha raccontato alla Squadra Mobile di Roma. La polizia è arrivata a lei probabilmente incrociando i numeri di telefono trovati nei cellulari delle vittime.

Il Dna e la telecamera

Comunque questa non è l’unica pista che stanno seguendo gli investigatori. L’edizione romana di Repubblica racconta  che l’assassino è andato prima a casa di Yessenia in via Durazzo 38. Sul suo letto e sul suo corpo sono rimaste le tracce biologiche del killer. Ma l’uomo avrebbe lasciato impronte anche lasciato sui mobili e sul citofono, infatti la pulsantiera è stata sequestrata. Nel sito incontri sarebbe stata trovata anche la trattativa sul prezzo per la prestazione che la colombiana Martha Torres avrebbe pattuito: un compenso tra i 50 e i 70 euro. In via Riboty invece al primo piano del condominio c’è l’appartamento affittato dalle due donne cinesi. Anche loro sono state contattate tramite un sito d’incontri.

La telecamera della casa avrebbe ripreso il volto

Secondo il quotidiano, inoltre nella casa di Martha c’è una telecamera nascosta dentro un vaso, perfettamente funzionante e avrebbe ripreso il killer, anche in volto. Poi ci sono le macchie di sangue lasciate sul pianerottolo della casa delle due cinesi. Visto che almeno una delle due donne ha lottato con l’assassino, gli investigatori sperano di trovarne qualcuna che si possa attribuire a lui. L’assassino ha commesso anche un altro errore: non ha portato via i telefoni delle vittime. Uno degli investigatori ha confidato: «Abbiamo tanto materiale, speriamo di chiudere presto il caso»

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Redazione PL