Uccisa e seppellita a Monte Pellegrino, confermata la condanna per il pescatore dell’Acquasanta
La strangolò e poi la chiuse in un sacco, seppellendola alle pendici del Monte Pellegrino. Confermata la condanna a 15 anni di reclusione per Damiano Torrente, pescatore dell’Acquasanta. L’uomo è colpevole di aver ucciso e sepolto nel 2015 Ruxandra Vesco, 38enne di origine rumena.
Torrente risponde di omicidio volontario e occultamento di cadavere, ma la pena è relativamente contenuta – rispetto ai 25 anni chiesti dalla Procura – per l’accoglimento di una perizia psichiatrica che ha accertato i suoi disturbi della personalità.
La confessione e poi il ripensamento
Il pescatore, in un primo momento, aveva confessato l’omicidio rivelando minuziosi dettagli. Disse di aver ucciso la 38enne con una corda al collo perché lei voleva raccontare alla moglie della loro relazione extraconiugale. Inoltre, gli disse che lo avrebbe denunciato perché avrebbe preteso soldi da lei e l’avrebbe costretta prostituirsi. Ma Torrente poi ritrattò tutto, finendo per dichiarare di non conoscere Ruxandra e non di non saper nulla dell’omicidio.
Uno strano atteggiamento che gli inquirenti notarono già qualche tempo prima, quando l’uomo si presentò in caserma denunciandosi per una ventina di delitti in realtà mai commessi.
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