Sale il Bonus nido ma raddoppia l’iva su assorbenti e latte in polvere, la Manovra fa discutere
Era stata la precedente legge di Bilancio a tagliare l’Iva dal 10 al 5%: ora potrebbe compiersi un clamoroso passo indietro
Fa discutere la prima bozza della legge di Bilancio che con i suoi 91 articoli ha preso a circolare nelle scorse ore. In particolare, a destare stupore è la norma sul raddoppio dell’iva per assorbenti, pannolini e altri prodotti per l’infanzia, una misura che, qualora dovesse diventare definitiva, altro non farebbe che annullare una delle prime decisioni dell’esecutivo.
Un clamoroso passo indietro
Era stata infatti proprio la precedente legge di Bilancio a tagliare l’Iva dal 10 al 5%. La “riduzione dell’aliquota Iva sui prodotti e servizi per l’infanzia” aveva costituito infatti uno dei punti del programma della coalizione di centrodestra alle elezioni. Adesso si verrebbe a compiere un passo indietro, tornando dal 5 al 10%.
“Purtroppo il taglio dell’Iva è stato nella stragrande maggioranza dei casi assorbito da aumenti di prezzo – ha dichiarato il premier Giorgia Meloni in conferenza stampa – e quindi non penso che valga la pena di rinnovare la misura”. Chiaramente la decisione annunciata ha provocato le reazioni dell’opposizione e delle associazioni dei consumatori che sottolineano la necessità per le famiglie di fare già i conti con l’inflazione e il caro spesa.
Raddoppio dell’iva ma non solo
La bozza della Manovra contiene anche altre norme relative al mondo della genitorialità. Per favorire la natalità, ad esempio, è previsto uno sgravio contributivo al “100%” fino comunque a un “massimo di 3.000 euro annui”, senza limiti di reddito, quindi per tutte le lavoratrici madri a esclusione del “lavoro domestico”. Lo sconto sui contributi per la quota a carico del lavoratore dipendente è legato al numero di figli. Quindi, per le mamme con due figli potrebbe durare fino ai 10 anni del più piccolo, per chi ne ha tre fino ai 18 anni del figlio più piccolo.
In bozza c’è anche l’incremento del Bonus nido. Si potrà usufruire dell’incremento della “misura di supporto per il pagamento di rette relative alla frequenza di asili nido” solo per il secondogenito nato nel 2024 e in presenza di un altro minore under 10. Previsto inoltre un limite di reddito con un Isee non superiore ai 40mila euro. Per chi rientra in tale categoria, il bonus salirà a 2.100 euro.
In tema di congedo parentale, invece, la bozza spiega che due mesi, sul totale dei sei a disposizione entro i sei anni di vita del figlio, saranno pari all’80% della retribuzione anziché al 30%. Negli anni successivi, per uno dei due mesi la retribuzione sarà pari al 60% dello stipendio, l’altro resterà all’80%.
Infine le pensioni: le donne lavoratrici con almeno 35 anni di contributi entro il 2023 potranno accedervi con Opzione donna purché abbiano compiuto 61 anni. Il requisito è ridotto di un anno per ogni figlio fino a un massimo di due. L’importo della pensione sarà ricalcolato interamente con il metodo contributivo. Restano le restrizioni previste nel 2023, ossia essere disoccupate, care giver o con una invalidità almeno del 74%. Permane anche la finestra mobile di un anno per le dipendenti e 18 mesi per le autonome una volta raggiunti i requisiti per ottenere l’assegno.
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