Violenza sessuale e stalking a modelle: via al processo per imprenditore

Salvatore Luca Longo, titolare della “Umilty Modelsharing Organization”, ha sempre respinto le accuse

Violenza sessuale

Il processo a carico di Salvatore Luca Longo, titolare della “Umilty Modelsharing Organization”, partirà a novembre. L’imprenditore è agli arresti domiciliari dal 18 dicembre scorso con l’accusa di violenza sessuale e stalking nei confronti di diverse modelle e promoter per la sua agenzia.

A coordinare l’inchiesta, il procuratore aggiunto Annamaria Picozzi e i sostituti Giorgia Righi, Maria Rosaria Perricone, Giulia Amodeo e Ludovica D’Alessio. Come scrive Sandra Figliuolo su Palermo Today, l’accusa ritiene di essere in possesso di prove rilevanti nei confronti dell’imputato e che non sia necessaria udienza preliminare. Richiesto e ottenuto, pertanto, il giudizio immediato.

Avances e minacce

Longo, dal canto suo, ha sempre respinto le accuse a lui rivolte. L’unica sua ammissione è stata quella di aver probabilmente esagerato con i messaggi rivolti alle ragazze con cui intratteneva un rapporto di lavoro. Un’esagerazione da lui ricondotta ad un difficile momento lavorativo.

Ai messaggi, secondo l’accusa, sarebbero seguite le avances fisiche e, stando alle ricostruzioni della Procura, i rapporti sessuali sotto costrizione.

Non sarebbero mancate le minacce. A chi ha preso le distanze, l’imprenditore avrebbe scritto: “Dio è grande e punisce le persone cattive” o “Se avete timore di Dio chiedete scusa o pagherete i danni di immagine almeno per diecimila euro con una bella denuncia”. Riferiti dalle presunte vittime anche attacchi, come: “Sei il Covid, sei infettata, ci vorrebbe una bella quarantena per te”. Messaggi e telefonate continue sarebbero arrivate anche in orari notturni.

La denuncia di una mamma

Le indagini sono partite dalla denuncia della madre di una ragazzina relativa alle minacce che Longo avrebbe rivolto a lei e alla figlia. La donna ha aggiunto anche di essere stata insospettita dal comportamento dell’uomo e dalle sue frequenti domande sulla vita privata della giovane. Ad acuire i sospetti anche le promesse di lavoro senza neanche aver visto la figlia. La ragazza sarebbe stata poi oggetto di messaggi continui dopo aver bloccato su Whatsapp l’imprenditore.

Secondo gli investigatori, Longo avrebbe addirittura imposto alle ragazze una serie di comportamenti da tenere nei suoi confronti: messaggi di buongiorno e buonasera, disponibilità anche al di fuori dell’orario di lavoro.

Ad una di queste sarebbe addirittura arrivato a scrivere: “Invece di uscire e divertirti con il tuo ragazzo, il tuo dovere è solo studiare e senza ragazzo, perché sono due mesi che fai le cose male, sappilo”.

Un’altra minorenne ha raccontato alla Polizia di essere stata invitata da Longo in casa sua col pretesto di vedere alcune foto. Tuttavia, l’imprenditore avrebbe successivamente avuto un approccio fisico nei suoi confronti. Un’altra ragazza ha raccontato di essere stata chiusa a chiave nell’abitazione e poi condotta in camera da letto. Dopo averlo respinto, l’imprenditore l’avrebbe spinta sul letto e costretta ad un rapporto orale.