Contro le liste d’attesa insostenibili presso le strutture sanitarie pubbliche della Sicilia, il Codacons annuncia oggi un esposto sia alla Corte dei Conti, che alle Procure della Repubblica dell’isola (Catania, Palermo, Caltanissetta, Enna, Agrigento, Siracusa, Ragusa, Messina e Trapani).
Alla Corte dei Conti – spiega l’avv. Carmelo Sardella dirigente dell’Ufficio Legale Regionale Codacons – verrà chiesto di valutare in che modo vengono spesi i fondi destinati alla sanità siciliana, e di verificare eventuali Illegittime attribuzione di incarichi di consulenza, o illecite percezione di emolumenti in violazione del principio di esclusività della prestazione lavorativa a favore dell’ente pubblico, ed ancora eventuali acquisizioni di beni e servizi da parte delle ASP, in violazione delle norme che vietano di suddividere, artificiosamente, i contratti di fornitura di beni e servizi, ovvero possibili acquisti di materiale informatico rimasto inutilizzato ed anche ipotesi di irregolari inquadramenti di personale. Queste e altre tipologie di danno potranno essere individuate dalla magistratura contabile. Ma il Codacons depositerà anche un esposto alle Procure siciliane, chiedendo ai magistrati di aprire una indagine per le possibili fattispecie di interruzione di pubblico servizio e omissioni di atti d’ufficio.
D’altra parte, “la sanità in Sicilia è oramai allo sbando – dichiara l’avv. Giovanni Petrone Presidente Regionale Codacons – non passa giorno senza che le cronache locali raccontino casi in cui ai cittadini vengono fissate visite mediche ed esami a distanza di mesi se non anni, ritardi che costringono gli utenti e rivolgersi alle strutture private pagando di tasca propria le prestazioni”. Una situazione oramai insostenibile che porta il Codacons a rivolgersi ai magistrati chiedendo di indagare sul territorio nei confronti della Regione e delle aziende sanitarie pubbliche, per accertare i motivi dei lunghi tempi di attesa e le relative responsabilità.
L’associazione rivolge, poi, un appello al Governo Meloni, affinché intervenga per salvare i cittadini dell’isola commissariando la sanità siciliana e gestendo il servizio sanitario regionale a livello statale, unica possibilità per ottenere standard più vicini a quelli delle altre regioni italiane.