Sanzioni boomerang: Putin per il gas vuole solo rubli, e il prezzo vola

Due vantaggi per la Russia dietro la scelta di far pagare il gas in rubli. Sostiene il cambio della valuta e aiuta la Banca Centrale nel servizio del debito. Ma a farne le spese sarà l’Occidente

Il presidente russo Vladimir Putin ha annunciato che la Russia chiederà ai paesi considerati ostili di pagare le forniture di gas in rubli. Per capire la portata del provvedimento, occorre considerare che per l’acquisto di gas e petrolio i paesi europei ogni giorno versano nelle casse di Mosca circa un miliardo di dollari. «Ho deciso di attuare ─ ha detto Putin in una riunione del governo ─ una serie di misure per trasferire il pagamento delle nostre forniture di gas ai paesi ostili in rubli russi».Ha ordinato che i cambiamenti siano attuati nel più breve tempo possibile. Ed ha concesso alla Banca centrale e al Governo una settimana per trovare le modalità  che consentano agli importatori di gas russo di ottenere rubli sul mercato interno. Ovviamente dopo l’annuncio i prezzi del gas sono schizzati al rialzo con un incremento di oltre il 30% superando i 125 euro per megawatt/ora.

CON QUESTA MOSSA IL RUBLO È RISALITO

Inoltre la mossa di Putin ha avuto l’effetto di rafforzare la moneta russa. Che, peraltro, negli ultimi giorni aveva già recuperato gran parte delle perdite subiti nei primi giorni dell’invasione. Dopo l’annuncio del presidente russo,  il rublo ha registrato un miglioramento, ed è sceso a quota 98,8 sul dollaro. Lo scorso 7 marzo per avere un dollaro servivano servivano 139 rubli,  prima dell’invasione 84. Il fatto è che per pagare il gas gli Stati clienti dovrebbero  comprare rubli pagandoli con moneta pregiata. Dollari, euro o sterline. Intanto domani la borsa di Mosca riavvierà le negoziazioni anche per le azioni, dopo che erano stati riattivati gli scambi di alcuni bond. La borsa era stata chiusa lo scorso 28 febbraio. Il regime di trading per gli altri giorni sarà annunciato nelle prossime ore.

LA POSIZIONE TEDESCA E ITALIANA SUL PAGAMENTO IN RUBLI

Dopo l’annuncio di Putin sono già arrivate le prime reazioni. La Germania, che è il più grande acquirente di gas russo, importando dalla Russia il 55% del suo fabbisogno di gas naturale, ha affermato che l’annuncio di Putin che obbliga ai pagamenti in rubli del gas naturale rappresenta una violazione dei contratti precedentemente stipulati. Lo ha detto il ministro dell’Economia tedesco, Robert Habeck, aggiungendo: «Ora discuteremo con i nostri partner europei su come reagire». Questa decisione oltre la Germania colpisce anche l’Italia, che è il secondo più grande cliente di Gazprom PJSC. Il Governo nazionale al momento non ha preso alcuna decisione. Ma Francesco Giavazzi, consigliere economico del premier Draghi, ha detto che la sua opinione: «Farsi pagare in rubli sarebbe per la Russia un modo per aggirare le sanzioni. Quindi penso che continueremo a pagare in euro». Giavazzi ha anche fatto notare: «In merito alla dipendenza energetica dalla Russia, ci avviamo verso aprile e maggio. Due mesi in cui il nostro Paese ha energia rinnovabile a sufficienza per portare a zero l’import del gas. Si tratta di una questione politica ─ ha spiegato ─, ma nel miglior momento dell’anno dovremmo valutarla».

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