Scadenza TFR, un grave errore sta mettendo a rischio i pagamenti: l’imposta sostitutiva ti mette in ginocchio

Scadenza TFR - fonte pexels - palermolive.it

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Rivalutazione del trattamento di fine rapporto, c’è un’operazione che si deve fare se no si perde tutto

Il Codice Tributo 1713 viene definito dall’Agenzia delle Entrate come la voce proposta a “il saldo dell’imposta sostitutiva sui redditi derivanti dalle rivalutazioni del trattamento di fine rapporto versata dal sostituto d’imposta“. Per sostituto di imposta si intende quel soggetto pubblico o privato che prende il posto del contribuente nei rapporti con l’amministrazione finanziaria, trattenendo le tasse dovute dai compensi (redditi, pensioni e salari) per poi versarle alla pubblica amministrazione o allo Stato.

La trattenuta sostitutiva dev’essere saldata in due rate: l’acconto deve essere versato entro il 16 dicembre di ogni anno, mentre il saldo dovrà essere predisposto entro il 16 febbraio dell’anno successivo. Il codice tributo 1712 fa riferimento all’acconto che deve essere saldato entro e non oltre il 16 dicembre. La porzione dell’acconto corrispondente al 90% dell’imposta sostitutiva sulla rivalutazione del TFR pagato l’anno precedente.

Per il saldo invece, si dovrà calcolare il rapporto tra la cifra già versata in fase di acconto e la cifra reale da versare. Per i dipendenti che abbiano cessato il rapporto di lavoro prima del 16 dicembre, è possibile determinare l’acconto non sulla quota di rivalutazione dell’anno precedente ma su quella maturata nello stesso anno in cui si versa. I datori di lavoro possono compensare l’imposta sostitutiva, direttamente nel modello F24, utilizzando eventuali crediti maturati per altre imposte o contributi.

Per il versamento dell’imposta sostitutiva è possibile usufruire anche del credito che deriva dal prelievo anticipato sui trattamenti di fine rapporto (articolo 3 della legge n. 662/1996). Questo credito può essere utilizzato fino a compensazione dell’imposta sostitutiva dovuta e l’importo compensato non rileva per la determinazione del limite annuo massimo di compensazione.

Cos’è il codice tributo 1713 e a chi si applica

Il codice tributo 1713 identifica il versamento del saldo dell’imposta sostitutiva sulle rivalutazioni del TFR (Trattamento di Fine Rapporto), e non è altro che un accantonamento annuale che il datore di lavoro deve rivalutare secondo specifici coefficienti. L’imposta sostitutiva, pari al 17%, si applica sulla rivalutazione calcolata in base a un tasso fisso dell’1,5% e a un tasso variabile pari al 75% dell’indice dei prezzi al consumo. Non è dovuta dai lavoratori che destinano interamente il TFR a fondi pensione. 

Il codice tributo 1713 deve essere riportato nella sezione “Erario” del modello F24. In questa sezione vanno specificati l’anno d’imposta per cui si effettua il pagamento, l’importo a debito versato e il saldo finale, calcolato come differenza tra importi a debito e eventuali crediti compensati. È possibile utilizzare crediti fiscali per compensare l’importo dovuto, ma in caso di modello F24 a saldo zero, il versamento deve avvenire esclusivamente tramite i canali telematici dell’Agenzia delle Entrate, come Fisconline o Entratel.

Scadenza TFR - fonte pexels - palermolive.it
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Chi non deve usare il codice tributo 1713

Non tutti i datori di lavoro sono obbligati a usare il codice tributo 1713. Ad esempio, i datori di lavoro domestici (come quelli che assumono colf, badanti o babysitter) non fungono da sostituti d’imposta. In questi casi, il versamento è a carico del lavoratore e deve essere effettuato in autonomia tramite dichiarazione dei redditi, utilizzando il codice tributo 1714 per l’F24.

Il saldo dell’imposta si calcola considerando la rivalutazione effettiva del TFR accantonato durante l’anno e sottraendo l’acconto già versato, che equivale al 90% dell’imposta dovuta l’anno precedente o stimata per l’anno corrente. Questo saldo è obbligatorio solo per i rapporti di lavoro ancora in corso; non è dovuto nei casi di cessazione del rapporto lavorativo prima del 16 febbraio.