Sciacalli in azione: dalla Sicilia offerte di ospitalità a ucraine giovani

Dalla Sicilia arrivano centinaia di offerte di alloggio per i profughi ucraini. C’è chi è alla ricerca di badanti gratis e chi chiede una foto per l’ok

La Sicilia si è mobilitata per supportare i profughi ucraini. Si stanno dando da fare enti, associazioni e comitati, supportati da cooperanti, attivisti e semplici cittadini. Ci sono molte offerte di alloggio, e partono decine di camion con aiuti. Tanti furgoni e autobus fanno la spola fra l’Isola e il confine con la Polonia. Una mobilitazione come questa prima d’ora, forse,  non si era vista mai. Ma ci sono dei pericoli. La migrazione che  arriva dall’Ucraina è una migrazione diversa da quelle che hanno avuto la Sicilia come tappa o meta. Non ci sono uomini che fuggono, perché a quelli che hanno più di 18 anni è vietato uscire dal Paese. Per questo a scappare sono soprattutto donne, giovani, con o senza figli, che possono anche diventare prede. Le associazioni che si occupano di accoglienza di profughi ucraini ricevono decine di messaggi come questo: «Offro alloggio per una persona: donna, massimo 35 anni». Spesso sono corredati da un dettaglio non trascurabile: «Mandare foto».

SOLIDARIETÀ INTERESSATA

Spesso, come scrive Repubblica Palermo, ci sono offerte anche più dettagliate. C’è chi scrive, usando una formula che nasconde a malapena una solidarietà interessata: «Nell’appartamento di mia madre/ padre/genitori c’è una stanza disponibile». Ovviamente si tratta di anziani, magari neanche autosufficienti. Quindi, probabilmente, un modo per assicurarsi assistenza domiciliare gratuita. O anche peggio. Ed è questo che temono molti degli attivisti. Ma in poche settimane hanno imparato a riconoscere richieste del genere e immediatamente cestinarle. Ma il vero pericolo è sui social, dove non c’è nessun filtro. Da settimane ormai, su Facebook è facile imbattersi in profili che offrono in Sicilia casa, aiuto, in alcuni casi persino lavoro. Sono riconoscibili perché hanno richiami giallo e azzurro, sono nuovi di zecca, hanno una rete di contatti ristretta e attività ridotta. Tra le amicizie ci sono solo o per lo più giovani donne ucraine.

DALLA SICILIA PERICOLO SU TELEGRAM

Molte trappole si nascono anche su Telegram, assai diffuso e utilizzato nell’Est europeo. Con una rapida ricerca si trovano i canali-esca, nascosti fra quelli realmente nati per coordinare aiuti e accoglienza. Ci sono messaggi in ucraino zoppicante, inglese e italiano, corredati di link e video sul conflitto in corso, e poi le offerte. C’è  chi chiede centinaia, se non migliaia di euro per il viaggio, e chi in cambio di una “commissione” promette alloggio o impiego.

«OCCORRE UNA RETE DI PROTEZIONE»

Il presidente della Comunità di Sant’Egidio Sicilia, Emiliano Abramo, ha detto che è necessario tutelare chi arriva, monitorare da chi siano ospitati e in che condizioni. Soprattutto i bambini. A Catania, grazie a un accordo con la prefettura è stata creata una sorta di anagrafe che permette di mappare i rifugiati presenti e chi li ospita. Ma, soprattutto,  li mette in contatto con quelle associazioni necessarie anche per dare assistenza burocratica, medica, legale. Una rete di protezione insomma. Abramo ha sottolineato: «Per funzionare, deve diventare regionale. Bisogna a tutti i costi evitare che persone disperate diventino preda di reti criminali ben presenti in Sicilia». E per questo si sta lavorando, la proposta è stata prospettata alla Regione e «c’è una discussione in corso. Ma è necessario fare in fretta ed evitare che quest’iniziativa finisca al centro dello scontro politico, perché in ballo ci sono vite umane».