Scontro Kastrati-Nedelcearu, l’ex arbitro Calvarese: “Si è sbagliato due volte, il rigore andava assegnato”

“Un episodio che fa e farà discutere molto”. Aveva detto così (a ragione) Ricky Buscaglia, commentatore di Dazn, quando al minuto 68 di Palermo-Cittadella il portiere della formazione ospite Kastrati, su un’uscita maldestra, colpiva con un pugno in pieno volto il difensore del Palermo Ionut Nedelcearu pronto a spedire di testa la palla in fondo al sacco. Un episodio sul quale in realtà tutti, sin da subito, avevamo avuto pochi dubbi e che doveva essere punito con il penalty a favore della squadra rosanero.

Nonostante il supporto del VAR però le cose sono andate diversamente, andando a condizionare e a determinare, poi, l’esito finale della partita. A dar forza all’idea comune che l’intervento di Kastrati doveva essere punito con il rigore arrivano le considerazioni di Gianpaolo Calvarese, ex arbitro internazionale, rilasciate al sito calvar.it. Di seguito le sue parole.

Errore di Fourneau ma anche del VAR

“Due premesse necessarie – esordisce Calvarese -. La prima: le immagini non chiariscono fino in fondo la dinamica dell’accaduto. La seconda: in questi casi, si prende in considerazione chi arriva per primo sul pallone. Dai replay sembra che ad arrivare per primo e a colpire il pallone sia il difensore del Palermo. Poi Kastrati lo colpisce in modo pericoloso col pugno chiuso. Ragion per cui l’arbitro – il signor Fourneau – avrebbe dovuto assegnare calcio di rigore. E il VAR, di fronte al mancato fischio in campo, sarebbe dovuto intervenire per correggere l’errore”.

“Il paragone possibile in questo caso – approfondisce l’ex arbitro – riguarda l’episodio di Sommer e Nzola in Fiorentina-Inter lo scorso anno. Lì Aureliano assegnò il penalty per la viola nonostante il portiere svizzero fosse arrivato per primo sul pallone, prima di colpire l’attaccante avversario. Lì, il portiere arrivò per primo e il rigore fu fischiato lo stesso (un errore, a mio avviso). Qui, a Palermo, è il difensore ad arrivare per primo: a maggior ragione, un caso da penalty“.

LEGGI ANCHE