Si cercano soluzioni al fine di scongiurare il rischio che quello in corso possa essere un anno scolastico fin troppo frammentato a causa della pandemia. La volontà rimane quella di assicurare agli studenti la possobilità di assistere alle lezioni a scuola in presenza. Purtroppo però, i tempi per far sì che ciò accada non sembrano ancora maturi. Una situazione che rischia di farsi spinosa in quanto, alle decisioni prese dal ministro della Salute Roberto Speranza fanno da contraltare le critiche dei presidi. Ma andiamo per ordine.
“Ai fini del contenimento dell’epidemia da Covid-19, le istituzioni scolastiche secondarie di secondo grado adottano forme flessibili nell’organizzazione dell’attività didattica, in modo che, dal 7 gennaio al 15 gennaio 2021, sia garantita l’attività didattica in presenza al 50 per cento della popolazione studentesca. La restante parte dell’attività è erogata tramite la didattica digitale integrata”. È quanto prevede l’ordinanza firmata dal ministro della Salute Roberto Speranza e pubblicata oggi in Gazzetta Ufficiale.
In vista della ripresa della scuola, prevista per il 7 gennaio gli animi rimangono tesi. “Le indicazioni prescrittive del prefetto di Roma non possono trovare piena attuazione data la complessità del sistema che riguarda il funzionamento delle scuole Superiori”. Così il presidente dell‘Associazione presidi di Roma e Lazio, Mario Rusconi. A quanto pare infatti, sono decine le scuole della Regione Lazio pronte a presentare un piano all’Ufficio scolastico regionale, con delibera del Consiglio d’Istituto, spiegando che non riescono a rispettare l’ordinanza prefettizia.
Gli esami di Stato a giugno 2021 si faranno in presenza. E saranno presumibilmente sulla falsariga di quelli che si sono svolti nel giugno scorso. Ieri sera infatti la Camera ha dato il via libera alla Legge di Bilancio nella quale sono previsti 30 milioni di euro da destinare alle scuole statali e paritarie per garantire il corretto svolgimento degli Esami di Stato. “secondo gli standard di sicurezza sanitaria previsti”. È stata inoltre prevista la possibilità per il Ministro dell’Istruzione di adottare ordinanze con specifiche misure per la valutazione degli apprendimenti e lo svolgimento dei relativi Esami di Stato.
Più autobus per favorire il rientro a scuola degli studenti palermitani. Il piano è stato messo a punto in prefettura nel corso di una riunione alla quale hanno partecipato un rappresentante del ministero delle Infrastrutture e Trasporti. Presente il sindaco Leoluca Orlando e i rappresentanti degli assessorati regionali dei Trasporti e dell’Istruzione. Il dirigente dell’Ufficio scolastico provinciale e dei rappresentanti delle associazioni del trasporto e delle ditte non associate
Secondo il programma operativo adottato dal prefetto Giuseppe Forlani ha l’obiettivo di aumentare i posti offerti nelle linee di trasporto pubblico che servono i principali plessi scolastici di Palermo, dove più intensa è la concentrazione di studenti e quindi maggiore la domanda di mobilità, mediante un incremento giornaliero di 42 bus in servizio. In ambito extraurbano, invece, i servizi di trasporto integrativi saranno realizzati con 131 corse aggiuntive di cui 99 con autobus aggiuntivi.
“Al momento – si legge in una nota della prefettura di Palermo -, i competenti uffici regionali e le istituzioni scolastiche sono impegnati, nell’individuazione delle procedure per il reperimento dei mezzi necessari all’attuazione del piano e nell’equa distribuzione degli studenti nelle due fasce orarie individuate, che si articolano negli orari d’ingresso e di uscita a scuola 8-9 e 13-14”.