Giornata caotica quella di mercoledì sul fronte scuola. Nel primo pomeriggio la decisione della task force regionale di riaprire le scuole da oggi, giovedì 13 gennaio poi nel pomeriggio la riunione dell’Anci con tutti i sindaci della Regione con la decisione di dare ampia facoltà di scelta ai primi cittadini sul riaprire o meno le scuole. Molti hanno scelto di rimandare ancora l’inizio delle lezioni in presenza, provocando in alcuni casi la rabbia dei genitori.
Per il Comune di Palermo l’ordinanza del sindaco Orlando è arrivata dopo le 20, creando non pochi disagi alle tante famiglie che già avevano organizzato il tutto per il ritorno a scuola dei propri figli. A Villabate, Cefalu, Lascari, Balestrate Altavilla, Bagheria, Piana degli Albanesi, Campofelice di Roccella, Terrasini, Ficarazzi, Marineo, Monreale, Cinisi, Carini, Trabia, Belmonte Mezzagno i sindaci hanno deciso di riaprire le scuole da lunedì 16.
Invece, riprendono da oggi (13 gennaio) regolarmente le lezioni in presenza Castelbuono; Misilmeri; Villafrati; Gratteri; San Mauro; Pollina.
A Trapani il sindaco ha deciso per il ritorno a scuola addirittura per giorno 22 gennaio. Si torna in classe invece da oggi a Salaparuta, Alcamo, Mazara del Vallo, Marsala, Pantelleria, Petrosino, San Vito, Favignana, Castellamare, Gibellina , Santa Ninfa, Erice, Buseto, Vita, Poggioreale e Salemi. Lezioni sospese in presenza a Catania, Messina, Agrigento, Ragusa e Caltanissetta. A Siracusa didattica distanza fino al 19 gennaio.
Sono diversi i genitori arrabbiati e che vogliono impugnare le ordinanze sulla chiusura delle scuole avvenuta tardiva, quando ormai in molte famiglie si era organizzato il rientro a scuola dei propri figli e quindi senza dad. “Apprendiamo con sgomento e nuovo stupore dalla stampa, che l’Assemblea dell’Anci ha stabilito che i Sindaci dell’isola adottino singole ordinanze per ‘pericolo’ con le quali si stabilisce che le scuole rimangano ancora chiuse“. Così scrivono in una nota un gruppo di genitori, avvocati, giuristi, magistrati, professori universitari, dipendenti pubblici e privati.
“Non possiamo ancora subire le irragionevoli decisioni adottate a livello prima regionale ed ora anche da parte dei Sindaci di Palermo e Agrigento provvedimenti che appaiono, inoltre, palesemente contrari alle legge, alle decisioni della Corte Costituzionale che ha già chiarito che le misure di contenimento dei contagi dovuti a Covid 19 rientrino nella materia della profilassi internazionale e pertanto alla competenza esclusiva dello Stato, e che deroghe alla ‘scuola in presenza’ siano ammesse solo nel caso in cui si tratti di ‘zona rossa’, e sulla base di presupposti che non appaiono ricorrere nel caso in esame, sia in fatto che in diritto“.
Per tale motivo i genitori annunciano che sono pronti “ad impugnare i provvedimenti emessi in violazione di legge, e dell’interpretazione resa dalla giurisprudenza costituzionale e di legittimità a tutela del diritto allo studio garantito dalla Costituzione, messo fortemente ed irragionevolmente alla prova e sacrificato, da ordinanze non sorrette da alcun supporto normativo“.