Se la Sicilia resterà arancione, Palermo può diventare zona rossa

La situazione della Sicilia è grave, ma quella di Palermo., Catania e Messina di più. Per il capoluogo può scattare la zona rossa

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In Sicilia il virus continua a correre. Anche ieri quasi 2000 casi, e secondo posto in Italia dietro la Lombardia. Nell’isola ci sono focolai grandi e piccoli che destano preoccupazione, e questo ha fatto dichiarare al governatore Musumeci che alle dieci zone rosse già istituite se ne potrebbero aggiungere altre, comunque d’accordo con i sindaci ed i dipartimenti prevenzione. In Sicilia destano allarme le tre città metropolitane. A Palermo, Catania e Messina i contagi continuano a crescere, mentre nell’isola il rapporto positivi e tamponi è sempre molto alto. Ieri è stato 17,4% , un valore che continua a rimanere il più alto in Italia, sebbene lievemente in discesa rispetto al giorno precedente. Ma sempre ben al di sopra della media nazionale che è del 10,7%.

LA SITUAZIONE A PALERMO

Ieri Musumeci ha dichiarato: «Alla luce del numero di contagi che stiamo registrando negli ultimi giorni in Sicilia, ho chiesto al ministro Speranza di dichiarare zona rossa tutta la Sicilia. Se Roma non dovesse condividere la richiesta, sarò costretto io stesso a delimitare alcune aree in zona rossa. Abbiamo il dovere di correre ai ripari». Per quanto riguarda Palermo anche Orlando, alla luce degli ultimi risultati nelle ultime ore ha detto: «Mi sembra assolutamente urgente e non più rinviabile che Palermo sia dichiarata zona rossa». Quindi per quanto riguarda i provvedimenti da prendere per il capoluogo, sia il governatore che il sindaco sono d’accordo.

CATANIA E MESSINA

Per quanto riguarda Catania, è la città siciliana con il maggior numero di casi di Covid: ieri sono stati 557, oltre cento in più di Palermo. Ma il sindaco Pogliese non la pensa come Orlando. Per ora vuole attendere l’evolversi della situazione e ancora non ritiene sia il caso di fare scattare per la sua città la zona rossa. Anche perché sugli ospedali catanesi non ci sarebbe la stessa pressione che c’è al momento a Palermo. Messina è già in lockdown, ma il sindaco Cateno De Luca, che aveva annunciato ulteriori restrizioni dopo l’ordinanza di Musumeci, è stato costretto a fare marcia indietro a causa delle numerose proteste sfociate anche in minacce rivolte a lui e alla sua famiglia. Ambienti vicini a De Luca hanno fatto sapere che il sindaco sta «riflettendo», non escludendo perfino l’ipotesi delle dimissioni.