Sei arresti per il ponte Morandi di Catanzaro: «Porcherie, può venire giù»

Intercettazioni choc: «Porcherie per risparmiare. Il ponte può venire giù». Arrestati due imprenditori, un geometra, un ingegnere, un capocantiere e un ispettore delle Fiamme gialle

La Procura di Catanzaro ha disposto con l’“operazione Brooklin” l’esecuzione di sei misure cautelari nei confronti di due imprenditori, un geometra, un ingegnere, un capocantiere e un ispettore delle Fiamme gialle. Tutti accusati di «trasferimento fraudolento di valori, autoriciclaggio, corruzione in atti giudiziari, associazione per delinquere, frode nelle pubbliche forniture». Con l’aggravante di aver «agevolato associazioni di tipo mafioso in relazione fra l’altro, ai lavori di manutenzione straordinaria del “ponte Morandi“ di Catanzaro». Costruito nel 1962 con le stesse tecniche di quello di Genova. Il viadotto è stato sequestrato, con facoltà d’uso.

GLI UOMINI DEI CLAN NELLE POSIZIONI STRATEGICHE

Lo scenario è il solito. Quello che purtroppo è consueto in molte zone italiane. Da una parte la demagogia dei politici fatta di ipocrisia e sterili buoni propositi. Dall’altra la dura realtà, che «fotografa la saldatura tra i clan mafiosi calabresi e i propri uomini piazzati nei luoghi strategici del «potere». Dai responsabili tecnici alle imprese controllate dalle ’ndrangheta, fin nei cantieri. Coinvolto perfino un ispettore della Gdf che informava gli indagati sullo stato delle indagini. A incastrarlo sono stati i suoi stessi colleghi che hanno eseguito i provvedimenti disposti dal gip e coordinati dalla Dda. Al centro dell’inchiesta, forniture di materiali scadenti a basso costo e funzionali solo all’arricchimento delle ditte controllate dal «cartello» delle famiglie malavitose calabresi.

INQUIETANTI LE INTERCETTAZIONI

Agli atti dell’ordinanza dell’«operazione Brooklyn» ci sono intercettazioni inquietanti. Si sente il capo cantiere che dice: «Secondo lui dice non va bene. Perché noi al Morandi con questo materiale l’abbiamo fatto… e casca tutto».. Dalle conversazioni registrate emerge l’impiego nei lavori di manutenzione del ponte, di «un tipo di malta di qualità scadente e più economico di quello inizialmente utilizzato». Emblematiche le battute captate dalla Fiamme gialle tra il direttore tecnico e il rappresentante della ditta fornitrice: «A me serve un carico urgente, altrimenti devo vedere… devo mettere quella porcheria qui sui muri eh…. Quella che c’hanno stoccato per Catanzaro… Però vorrei evitare ste “simbrascugli”…». Il rappresentante della ditta fornitrice risponde: «Eh… fai una figura di merda… perché quel prodotto non funziona». E il direttore tecnico: «La malta è una porcheria… Per risparmiare…Può venire giù tutto».