Il Senato blocca i ristori per le famiglie dei medici morti di Covid
Per i familiari dei 369 medici morti di Covid non ci sarà alcun indennizzo, come inizialmente promesso dai partiti
Non passano al Senato i ristori alle famiglie dei medici morti per Covid. Lo rende noto il presidente della Federazione ordini dei medici Filippo Anelli: “La mancata approvazione del subemendamento presentato dalla senatrice Cantù è un’occasione persa. L’occasione di dimostrare gratitudine ai medici che hanno dato la loro vita per continuare a curare durante la pandemia. Invitiamo il Parlamento a una riflessione. Dispiace – afferma – che non si siano trovati i fondi per poter dare un ristoro a queste famiglie che, in molti casi, sono anche rimaste prive dell’unica fonte di sostentamento e alle quali sono negati indennizzi Inail”.
Così il Presidente della FNOMCeO, la Federazione nazionale degli Ordini dei Medici Chirurghi e degli Odontoiatri, Filippo Anelli, commenta quanto accaduto al Senato durante la Conversione in legge, con modificazioni, del decreto-legge 24 dicembre 2021, n. 221, recante proroga dello stato di emergenza nazionale e ulteriori misure per il contenimento della diffusione dell’epidemia da COVID-19 (2488). Il subemendamento 2.1500/32, dopo aver incassato il parere contrario della Commissione Bilancio ai sensi dell’articolo 81 della Costituzione, è stato, durante la discussione in Aula, ritirato e riformulato come Ordine del Giorno, accolto dal Governo.
“È giusto che ora il Paese riconosca il loro sacrificio. Oltre al sacrificio delle loro famiglie e provveda a quanti sono rimasti a ricordarli, sopportando, oltre al dolore della perdita, situazioni economiche anche drammatiche. Invitiamo dunque tutto il Parlamento a una riflessione in tal senso”.
L’EMENDAMENTO
L’emendamento della leghista Maria Cristina Cantù prevedeva un indennizzo di 100mila euro a famiglia. Tuttavia è stato bocciato in Commissione Bilancio a causa della mancanza di coperture per la misura. L’emendamento era un modo per aiutare con indennizzi chi non è garantito dall’Inail, che copre solo a medici dipendenti del Sistema sanitario nazionale.