Sequestrata la “Caronte & Tourist” per infiltrazioni della ‘Ndrangheta

Due dipendenti della Caronte & Tourist sarebbero legati alle cosche. Il procuratore chiarisce: «È un provvedimento preso nell’interesse della società»

Nell’ambito di un provvedimento eseguito dalla Direzione investigativa antimafia di Reggio Calabria, è stata posta in amministrazione giudiziaria per sei mesi la “Caronte & Tourist Spa”. Una società di navigazione privata che effettua il traghettamento tra Calabria e Sicilia. L’indagine, denominata “Scilla e cariddi”, coordinata dalla procura distrettuale della Repubblica reggina guidata dal procuratore Giovanni Bombardieri, ipotizza che la società, che è valutata 500 milioni di euro, avrebbe agevolato esponenti della ‘ndrangheta.

PERMEABILITÀ AD IN FILTRAZIONI DELLA ‘NDRANGHETA

Anche grazie alle convergenti dichiarazioni di diversi collaboratori di giustizia, sarebbe emersa la permeabilità della società Caronte & Tourist Spa rispetto ad infiltrazioni della criminalità organizzata. E inoltre l’agevolazione garantita dalla stessa società in favore di più soggetti legati alla ‘ndrangheta. In particolare, agevolati dalla società, i portatori degli interessi della ‘ndrangheta sarebbero Domenico Passalacqua, già destinatario di una misura di prevenzione personale e patrimoniale, e in Massimo Buda. Quest’ultimo anche nella qualità di rappresentante del padre Santo, esponente apicale dell’omonima cosca, entrambi dipendenti del società marittima.

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Gli interessi economici dei due avrebbero goduto dell’attribuzione ad imprese a loro collegate di vari servizi all’interno delle navi che fanno la spola tra le coste siciliane e calabresi. Le imprese nella disponibilità di citati Buda e Passalacqua, in particolare, avrebbero gestito, ricavandone ingenti profitti, i servizi di bar-ristorazione e quelli di pulizia e disinfestazione a bordo delle imbarcazioni. Ma anche dei servizi di prenotazione per gli autotrasportatori che si imbarcano sui traghetti del Gruppo Caronte & Tourist.

Gli esponenti delle cosche avrebbero anche avuto agevolazioni tramite l’assunzione di personale da loro segnalato. Nel caso di Passalacqua, avrebbe avuto la garanzia della la retribuzione anche durante la latitanza e la sottoposizione a misure cautelari. A Buda, infine, sarebbe stata garantita “una rapida e brillante progressione in carriera”. Con la capacità di promuovere e gestire le nuove assunzioni e con la delega conferitagli per la risoluzione delle controversie tra dipendenti o con i fornitori.

NELL’INTERESSE DEL GRUPPO CARONTE & TOURIST

Il procuratore Bombardieri ha tenuto a chiarire la situazione, dicendo: «Non si parla di controllo dell’azienda. Perché ove ci fosse stato un controllo ben altre sarebbero state le misure da adottare. Qui non stiamo parlando di un sequestro finalizzato alla confisca. Ma di una amministrazione giudiziaria svolta nell’interesse della stessa società, per consentire di bonificare quelle situazioni che si sono verificate».