Domenico Cilluffo, un ex vigile urbano di 70 anni, gestiva il patrimonio di una donna di 90 anni, affetta da tempo dal morbo di Alzheime. Violeta Szabò Guluta, una donna rumena, era la badante della nonnina. Questi sono i tre personaggi di questa brutta vicenda che si è svolta nel 2017. L’epilogo si è avuto adesso, con la condanna emessa dalla seconda sezione della Cassazione, che ha confermato per il Cillufo sette anni e mezzo di reclusione per circonvenzione di incapace, estorsione e violenza sessuale, Oltre al risarcimento dei danni da liquidarsi in sede civile per la badante.
Il 13 marzo 2017 la badante si era recata alla stazione dei carabinieri di Castelbuono per presentare una denuncia contro l’ex vigile. La Szabò aveva dichiarato ai carabinieri di essere stata costretta sin dall’inizio del rapporto lavorativo a versare a Cillufo con carattere trimestrale 260 euro, pari al 50 per cento dei contributi previdenziali dovuti all’Inps. Per evitare la costante minaccia dell’immediato licenziamento. «Sei una schiava… tu sei rumena… e devi stare zitta… qua comando io… se vuoi stare qua si fa come dico io… o paghi oppure ti licenzio», le diceva il Cilluffo, Così la badante aveva sborsato in cinque anni 5.500 euro. Inoltre l’ex vigile urbano si era appropriato di 17.900 euro, dopo la vendita di un terreno della novantenne.
Ma in sede processuale, oltre a questo era venuto fuori ben altro. Infatti, la badante, dopo le angherie subite, volendo incastrare il Cilluffo aveva comprato online una telecamera, per riprendere quanto accadeva in casa dell’anziana. Ed era riuscita a filmare episodi che mostravano la novantenne abusata dall’ex vigile. Il maresciallo dei carabinieri Ernesto Nese, che aveva visionato le immagini, nella sua testimonianza al processo ha detto che l’uomoripreso dalla telecamera era girato, con i pantaloni abbassati, ma si riconosce chiaramente che era Cillufo. Il militare ha descritto la scena: «Le è salito di sopra e si sente la signora che grida: basta, basta». In merito i giudici nella sentenza hanno scritto: «Il filmato, nonostante la penombra, è particolrmente chiaro».
Nella vicenda sono coinvolti altri personaggi. In atto ci sono altri due processi che riguardano le gesta di Domenico Cilluffo. Uno riguarda l’avvocato Vincenzo Alaimo e il notaio Francesco Minutella, per circonvenzione di persona incapace. I due, in occasione della vendita del terreno, avevano attestato la lucidità dell’anziana nonostante che da una certificazione dell’8 maggio 2013 emergeva una diagnosi di «demenza senile grave». Nell’altro processo, sul banco degli imputati c’è padre Angelino Calì che era stato il primo tutore della donna. È accusato di falsa testimonianza per aver mentito nel riferire sia i sui suoi rapporti con l’ex vigile che le condizioni di salute dell’anziana.