Via a settimana delle culture, ma sul web: «Segno di speranza aspettando la normalità»

Le parole di Salvo Viola, presidente della “Settimana delle culture” che ha organizzato una bella iniziativa che, per i problemi sanitari, migrerà sul web: dal 9 al 17 maggio tanti appuntamenti

La “Fase 2” nella lotta al Coronavirus è iniziata e la Sicilia, come tutta l’Italia, si sta adoperando per recepire le ultime indicazioni redatte dal Governo di Giuseppe Conte. Le restrizioni si sono certamente allargate ma la “piena libertà” ancora non è giunta nella nostra quotidianità. Bisogna ancora attendere, quindi, per tornare alla vita normale. Questa via di mezzo, atta ad evitare nuovi contagi da Covid-19, continua ad influenzare diversi settori del nostro Paese, tra i quali quello della cultura. La “Settimana delle culture” del 2020, ad esempio, ha deciso di migrare la manifestazione sul web: dal 9 al 17 maggio, la pagina ufficiale del festival (ogni giorno alle 18:30) dedicherà diversi appuntamenti alla cultura. Ma in cosa consiste questa iniziativa? Abbiamo chiesto a Salvo Viola, presidente di “Settimana delle culture“, delle delucidazioni in merito.

LE PAROLE DI SALVO VIOLA

Un piccolo compromesso per godere della cultura in questi tempi di Coronavirus. Ecco le parole di Salvo Viola in merito all’iniziativa griffata da “Settimana delle culture” a Palermo:

“Siamo nati nel 2012/13 con la prima edizione ed ogni anno abbiamo fatto la nostra ‘Settimana delle culture’ fisica ed è cresciuta nel tempo. Lo scorso anno abbiamo avuto come presidente Bernardo Tortorici e quest’anno, invece, ci sono io. Come ci è venuta l’idea? Avevamo già in calendario il programma di questa nona edizione del 2020 ma, chiaramente, abbiamo dovuto fermare tutto. A quel punto abbiamo deciso, anche in termine di segnale e di solidarietà, di essere comunque presenti in una forma per noi inusuale che voleva significare un segno importante nei confronti della cultura, delle persone dello spettacolo e vuole anche essere un segno di speranza per un ritorno quanto prima alla normalità. È un’edizione web che andrà in onda con lo stesso calendario originario: faremo trenta-quaranticinque minuti al giorno di dirette sulla nostra pagina dal 9 al 17 maggio. Abbiamo messo in cantiere un programma piuttosto variegato: vogliamo essere presenti anche in questo momento rimanendo vicini a cittadini, cultura e mondo dello spettacolo che, forse, è quello che soffre e soffrirà di più in questa ripresa”.

Dalla vita reale al web, le difficoltà nel cambio organizzativo: “Ci sono state difficoltà, su questo non c’è dubbio. Siamo una struttura che non possiede un’organizzazione informatica atta a fronteggiare questa situazione. Giorgio Filippone, membro del nostro direttivo, è riuscito a mettere insieme il tutto. Questa nuova soluzione è stata anche possibile, e vorrei sottolinearlo, grazie al comportamento degli artisti e delle persone di cultura: hanno risposto con immediatezza, entusiasmo e sensibilità. Noi non avevamo nessuna esperienza ma ci siamo guardati negli occhi dicendoci ‘Ci proviamo!’. Non sapevamo che accoglienza avrebbe avuto questa proposta ma abbiamo capito subito che la risposta della cultura era positiva e l’entusiasmo ci ha coinvolti permettendoci di andare avanti superando le diffcoltà tecniche. Tali problematiche, ovviamente, si sono palesate con le prime dirette, qui nessuno è un professionista del settore, ma il secondo giorno è andato molto meglio e gli ascolti ci hanno premiato…” 

Futuro del mondo della cultura dopo lo tsunami portato dal Coronavirus: “Pensiamo ai giorni tristi e disagiati che abbiamo vissuto per colpa del virus: senza le persone dello spettacolo e della cultura che hanno voluto essere presenti in rete per due mesi, saremmo stati più tristi. Questa presenza ha alleggerito queste giornate governate dal Covid-19. Il futuro è una scommessa: non sono pronosticabili i tempi della ripresa, anche perché questo mondo ha bisogno del pubblico. Pensiamo al teatro: come si può mantenere senza spettatori con le attuali regole? Avrebbe costi troppo elevati. È un handicap enorme che paga il mondo della cultura in generale. In questo senso, oggi noi avremo una conversazione attualissima chiamata ‘Il post museo: la fruizione dei musei e dei beni museali dopo la pandemia’ che andrà in onda sulla pagina. I protagonisti saranno il presidente della ‘Fondazione Sicilia’, il professore d’urbanistica all’università degli studi di Palermo Maurizio Carta, il direttore generale di ‘CoopCulture’ Letizia Casuccio e Andrea Cusumano, artista ed ex assessore alla cultura di Palermo. Presenterà il tutto la giornalista e storica dell’arte Paola Nicita. Si parlerà ovviamente dei distanziamenti, della sicurezza dei siti e della gestione delle risorse per garantire igiene e sanificazione dei locali. E tutto ha un costo, ovviamente. Non possiamo pensare che il mondo della cultura, da solo, riesca a ripartire senza aiuti. Occorre una sinergia tra tutti gli ‘attori coinvolti nel sistema cultura’. La cultura deve essere sostenuta: gli artisti, ad esempio, non hanno un contratto a tempo indeterminato e guadagnano solo quando lavorano. Il disagio è notevole, bisogna pensare anche al sostantamento dell’artista. Anche per i musei sarà difficile: i costi di sanificazione e controllo maggiore sono imprevisti. Io sono ottimista: penso ad una ripresa ma lo sforzo economico ed organizzativo sarà enorme”.

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