L’uragano mediterraneo (mediterranean hurricane), chiamato Medicane, sta lasciando la Sicilia orientale, dopo avere messo in ginocchio tutte le provincie di quella zona, da Ragusa a Messina, passando da Siracusa e Catania. Adesso è tempo di contare i danni che ha causato questo ciclone chiamato Apollo. Sono in corso interventi per togliere i detriti, mettere in sicurezza dei territori, ripristinare strade, edifici pubblici e privati, ma anche condotte idriche. Notevoli sono anche i danni arrecati dal ciclone all’agricoltura. Una prima stima indica che sulle tavole degli italiani potrebbero arrivare circa il 30 per cento in meno di arance e limoni, considerando i danni arrecati alla produzione di agrumi che si concentra lungo tutta la fascia ionica, dalla piana di Catania alla provincia di Siracusa. Intere produzioni sono andate in rovina, e ci sarà un rallentamento nella raccolta.
Da 3Bmeteo.com dicono: «Il peggio è passato, e anche se nelle prossime ore avremo piogge un po’ su tutta la Sicilia, la nuova perturbazione non avrà nulla a che vedere con Apollo, né per genesi né per intensità. Sarà ben più debole». Ma, come si legge sul Giornale di Sicilia, per il futuro i meteorologi avvertono: «Tra novembre e gennaio il Medicane potrebbe tornare, forse con maggiore energia. Perché è durante quei mesi che statisticamente si registra il maggior numero di cicloni sul mediterraneo. In quanto si acuisce il contrasto termico fra la superficie marina, ancora calda, e il freddo proveniente dal Nord Europa».
Il ciclone Medicane chiamato Apollo che negli ultimi giorni ha flagellato la costa orientale della Sicilia, non ha risparmiato neppure il patrimonio artistico e monumentale della città di Siracusa. La situazione desta preoccupazione. Il Tempio di Apollo, uno dei monumenti archeologici più conosciuti della città aretusea è stato sommerso dall’acqua. Situato all’ingresso del centro storico di Ortigia, si è trasformato in una piscina a cielo aperto. I tecnici spiegano che non si può intervenire con le idrovore, perché si rischierebbe di provocare ulteriori danni. Occorre solo attendere che l’acqua defluisca, e poi constatare i danni.