L’accordo sulla regolarizzazione dei lavoratori stranieri irregolari presenti nel territorio italiano è stato già raggiunto. C’è da definire solamente la durata dei permessi di soggiorno temporaneo, ma probabilmente già oggi sarà raggiunta l’intesa. Partendo dalla richiesta della ministra Bellanova che spingeva per sei mesi, adesso si discute su 2 o 3 mesi. L’accordo punta all’emersione di braccianti, colf e badanti in nero, ai quali sarà garantito anche un adeguato livello di tutela della salute nell’emergenza coronavirus.
Quanto ai numeri di questa sanatoria non si hanno certezze. Di fatto sono sicuramente esclusi i destinatari di provvedimenti di espulsione, i condannati e i soggetti considerati “pericolosi per la sicurezza dello Stato”. Invece per gli aventi diritto, si parte da 2-300mila fino a prevederne anche 600mila. Una stima provvisoria di massima, prevede una necessità di 200mila braccianti agricoli, 200mila colf e badanti e 200mila addetti all’edilizia ed al turismo.
In agricoltura, le associazioni di categoria segnalano una carenza di 200mila persone per la raccolta. E dei circa 300mila stranieri impiegati nelle campagne italiane, l’Osservatorio Placido Rizzotto stima che gli irregolari siano il 35%. Mentre negli accampamenti informali, i cosiddetti “ghetti” sparsi in vari territori, vivono tra 160mila e 180mila persone. Senza alcuna tutela sanitaria.
Per il lavoro domestico, Assindatcolf conta 860 mila persone in regola e ben 1,2 milioni senza contratto. La categoria sta scontando pesantemente l’emergenza Coronavirus. Infatti ad aprile le assunzioni sono crollate del 50% ed i licenziamenti cresciuti del 30% rispetto all’anno precedente. Al Viminale, una volta approvata questa misura che riguarda i lavoratori stranieri, serve comunque un congruo periodo di tempo per attivare la piattaforma informatica necessaria a gestire le richieste, così come è stato fatto in passato.