Siccità, a Palermo scatta il razionamento dell’acqua: “Non si escludono misure più restrittive”

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Scatterà domani, venerdì 5 aprile, il piano di razionamento dell’acqua annunciato da Amap per la città di Palermo. Mentre il governo Schifani ha chiesto lo stato di emergenza nazionale per la crisi idrica in Sicilia, al fine di fronteggiare l’allarme siccità si è deciso di operare delle riduzioni della portata d’acqua immessa in rete maggiori di quelle già effettuare dalla metà del mese di gennaio. Non si esclude che le misure possano comportare, in alcuni punti dei distretti interessati, anche l’assenza di erogazione durante gli orari di massimo consumo.

Siccità e serbatoi vuoti: più del 50% di acqua in meno rispetto al 2023

Le riserve disponibili per la distribuzione idrica nelle reti dei 47 comuni affidati in gestione ad Amap avevano raggiunto già dall’inizio dell’anno corrente livelli di allerta. Una situazione che purtroppo non ha registrato alcun miglioramento. Le maggiori criticità si registrano nei serbatoi Scanzano, Piana degli Albanesi, Poma e Rosamarina, in cui si registra una diminuzione dei volumi complessivi superiore al 50% rispetto allo stesso periodo dello scorso anno. Abbassamenti continuano a registrarsi anche nei livelli delle falde idriche sotterranee di tutta la provincia con riduzione delle portate rese da sorgenti e dai pozzi.

Davanti a tale scenario, la società è in continuo contatto con il Commissario Delegato per l’Emergenza Idrica nel settore potabile con cui ha condiviso un piano di razionamento delle risorse prelevate dagli invasi che avrà inevitabili conseguenze sulla distribuzione idrica nelle reti dei comuni gestiti. Il piano è una misura necessaria per far in modo che i volumi sin ora immagazzinati possano consentire l’alimentazione delle reti fino alla prossima stagione invernale.

Le zone interessate

A Palermo, nello specifico, i distretti interessati saranno dalle riduzioni a partire da domani saranno i seguenti:

ZONA NORD-OCCIDENTALE

– Strasburgo
– San Lorenzo-Resuttana
– Lazio-Piazza Leoni
– San Filippo Neri
– Pallavicino
– Villaggio Ruffini
– Arenella
– Vergine Maria
– Mondello
– Partanna Mondello
– Tommaso Natale
– Sferracavallo
– Cardillo

ZONA CENTRALE

– Libertà
– Borgo Nuovo
– Passo di rigano
– Perpignano Alto
– C.E.P.
– Borgo Molara
– Calatafimi

ZONA ORIENTALE

– Villagrazia
– Falsomiele
– Galletti-Bandita-Favara

“Non sono da escludere misure più restrittive

Amap ha inoltre reso noto che “non sono da escludere misure più restrittive, qualora necessarie”. Chiaramente tutto dipenderà dagli esiti del monitoraggio condotto, anche attraverso l’Autorità di Bacino e il Commissario Delegato per l’Emergenza Idropotabile, sull’andamento dei volumi degli invasi e delle portate di pozzi e sorgenti.

Lotta agli sprechi

Ulteriori misure di contenimento dei consumi potranno pertanto essere gradualmente adottate pure in altre zone della città, anche al fine di ridurre al minimo i disagi alle utenze pubbliche e sensibili (scuole, ospedali, cliniche, edifici a valenza pubblica).

L’invito è dunque quello a utilizzare l’acqua in maniera consapevole e responsabile, riducendo gli sprechi. Amap ha annunciato anche di avere avviato una serie di misure finalizzate a mitigare gli effetti della straordinaria stagione siccitosa. Dunque, acquisizione di nuovi pozzi, attuazione di un piano straordinario di riduzione delle perdite fisiche, lotta agli allacciamenti abusivi e riduzione dei volumi idrici erogati alle utenze extraurbane.

Siccità, la Sicilia chiede stato di emergenza nazionale

Il governo Schifani ha, intanto, chiesto lo stato di emergenza nazionale per la crisi idrica. L’obiettivo del provvedimento, che ora dovrà essere approvato dal Consiglio dei ministri, è quello di garantire acqua potabile ai cittadini e l’approvvigionamento idrico ai settori agricolo e zootecnico, oltre che alle imprese impegnate nei cantieri nell’Isola.

La siccità in Sicilia sta diventando drammatica – ha dichiarato il presidente Renato Schifani –. La Regione ha già messo in campo una serie di azioni per mitigare la crisi, aiutando i settori produttivi e limitando i disagi ai cittadini, ma servono anche urgenti interventi statali per operare su reti e sistemi di approvvigionamento idrico e per sensibilizzare i cittadini a un uso più razionale della risorsa. Inoltre, sono necessari sgravi fiscali e contributivi, moratorie e sospensione di adempimenti per le imprese del settore agricolo e zootecnico che sono in gravissima difficoltà”.

Una relazione della Protezione civile regionale indica interventi a breve e a medio termine per mitigare la crisi che prevedono la riduzione dei consumi delle utenze idropotabili, interventi sugli invasi, campagne di informazione e sensibilizzazione per il risparmio, interventi per reperire risorse alternative (come dissalatori mobili e navi con moduli dissalativi), acquisto di autobotti e silos per la distribuzione in luoghi pubblici, utilizzo di pozzi e sorgenti, riparazione di reti idriche, ammodernamento degli impianti di dissalazione nei siti dismessi di Porto Empedocle, Paceco-Trapani ed eventualmente anche Gela. Il costo delle azioni a breve termine è di 130 milioni di euro. Per quelle a medio termine di 590 milioni di euro.

La Regione, nelle scorse settimane, aveva già dichiarato lo stato di crisi idrico sia per l’uso potabile che per quello agricolo-zootecnico, nominando anche due commissari. Per i settori produttivi interessati sono state avviate le procedure per provvedimenti per circa 5,5 milioni di euro che prevedono sgravi dai canoni dei consorzi di bonifica e misure di semplificazione amministrativa. È stato costituito anche un Osservatorio regionale sugli utilizzi idrici per monitorare costantemente lo stato degli invasi e delle riserve di acqua.

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