L’allarme siccità preoccupa la Sicilia. Mentre dal 5 aprile è scattato a Palermo il piano di razionamento Amap, ecco che la Regione Siciliana ha diramato un vero e proprio vademecum con tutta una serie di regole da rispettare per diminuire il consumo di acqua. Su Palermo le previsioni si fanno non proprio rosee, se dovesse continuare a non piovere: “Considerando i volumi immagazzinati nei quattro invasi, si può garantire il fabbisogno per i soli usi potabili fino a gennaio 2025”, afferma l’Osservatorio permanente sugli utilizzi idrici facente capo all’Autorità di bacino.
Su proposta del presidente della Regione Siciliana, Renato Schifani, è stata intanto istituita una cabina di regia per l’emergenza idrica. Si tratta di una struttura che avrà il compito di individuare, stimolare e coordinare gli interventi più urgenti e indifferibili per mitigare gli effetti della crisi. Guidata dallo stesso Schifani, sarà coordinata dal capo della Protezione civile siciliana, Salvo Cocina.
Parte del team sono il dirigente generale del dipartimento regionale Tecnico Duilio Alongi; l’avvocato generale della Regione Giovanni Bologna; Mario Cassarà del dipartimento regionale Acqua e rifiuti; Antonino Granata dell’Autorità di bacino del distretto idrografico della Sicilia; Giorgio Domenico Micale, professore ordinario di Teorie dello sviluppo dei processi chimici del dipartimento di Ingegneria dell’università di Palermo; Mario Rosario Mazzola, già professore ordinario di Costruzioni idrauliche presso l’università di Palermo, attualmente presidente della fondazione Utilitatis e componente del Consiglio superiore dei lavori pubblici; Enrico Foti, ordinario di Idraulica dell’università di Catania; Salvatore Barbagallo, professore ordinario di Idraulica agraria dell’università di Catania; Salvatore Sammartano, capo di gabinetto del presidente della Regione.
Gli assessori all’Agricoltura, all’Energia e alle Infrastrutture potranno liberamente partecipare alle riunioni della struttura.
“Ho voluto questa struttura – ha dichiarato Schifani – per definire strategie coordinate da un’unica regia e adeguate a contenere gli effetti negativi della crisi. Ma anche per accelerare sia la realizzazione delle infrastrutture necessarie sia gli interventi di ammodernamento volti alla riduzione delle perdite di risorsa idrica. Possiamo contare sul contributo di un team di professionisti che ci supporteranno da un punto di vista tecnico e che daranno impulso alle azioni”.
“La crisi che stiamo vivendo – ha aggiunto – è severa, qui come in altre regioni non solo italiane, ma insieme col governo nazionale stiamo mettendo in campo tutte le misure necessarie anche per risolvere problemi mai affrontati prima. Ci stiamo impegnando al massimo e i risultati si vedranno”.
Intanto vanno avanti le interlocuzioni tra la Protezione civile regionale e quella nazionale per la dichiarazione dello stato di emergenza in Sicilia per la crisi idrica. Il capo del dipartimento Fabrizio Curcio ha già riscontrato la richiesta avanzata qualche giorno fa dal governo Schifani. Sulla scorta di precedenti che hanno visto coinvolte altre Regioni, la Protezione civile nazionale ha già indicato gli interventi immediatamente finanziabili per far fronte al contesto emergenziale estivo.
L’elenco va dai piani di distribuzione con le autobotti ai serbatoi e accumuli temporanei, dagli impianti di pompaggio supplementari alla rigenerazione di pozzi o alla realizzazione di nuovi pozzi e sorgenti, dai by-pass e dalle interconnessioni tra le reti idriche esistenti alla risagomatura degli alvei per convogliare l’acqua verso le prese, oltre agli impianti temporanei per il trattamento e il recupero. Richiesta una documentazione integrativa, è stata fissata anche una riunione tecnica tra gli uffici romani e palermitani che si terrà giovedì mattina in videoconferenza.
Al quadro si aggiunge infine la telefonata intercorsa tra il governatore Schifani e il ministro della Protezione civile Nello Musumeci. Stando a quanto fatto sapere da Palazzo d’Orleans, la chiamata si è svolta “nell’ottica della massima collaborazione istituzionale tra Regione e Palazzo Chigi”.